VERONA - Ha ucciso l'amica, una polacca di 51 anni, nella cui casa a Verona aveva trascorso la notte tra domenica e lunedì, e poi è fuggito, girovagando per due...
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La donna era riversa a terra, vestita; il corpo presentava vari lividi al volto e, forse, una frattura alla testa, conseguenze di un forte pestaggio. A far luce sulle cause del decesso sarà comunque l'esame autoptico. Frattanto la polizia genovese ha trasmesso ai colleghi le informazioni raccolte nel corso della confessione dell'uomo. Questi ha dichiarato di essere un cittadino tunisino, ma nei vari alias con i quali è conosciuto dalle forze dell'ordine risulterebbe essere un marocchino.
Il 41enne si trova ora in carcere con l'accusa di omicidio. Nel suo passato varie denunce per piccoli reati, tra cui quello di immigrazione clandestina. Si è presentato ieri alla Questura di Genova, dicendo che voleva rilasciare spontanee dichiarazioni. Agli agenti è apparso tranquillo e ha esordito dicendo «ho dormito a casa di un'amica, e quando mi sono alzato ho visto che non si svegliava. Non so cosa ho fatto». E poi ha aggiunto: «sono preoccupato, forse l'ho uccisa». La donna, che viveva e lavorava a Verona da una ventina di anni, conosceva il magrebino da tempo; forse tra loro c'era un rapporto che andava oltre l'amicizia. I due avrebbero trascorso la sera di domenica a casa di lei, un alloggio di un residence in zona stadio.
Qui avrebbero bevuto, forse troppo: il 41enne si sarebbe ubriacato, e a quel punto - nelle dichiarazioni rese alla polizia - i suoi ricordi si fanno vaghi.
Il Gazzettino