Omicidio a Fener di Alano di Piave. Il killer confessa: ​«Lui ha estratto il coltello: l'ho disarmato e colpito»

BELLUNO - Antonio Costa è stato ucciso con il coltello che portava in giro per difendersi. È agghiacciante il quadro che emerge dalla ricostruzione dell'omicidio...

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BELLUNO - Antonio Costa è stato ucciso con il coltello che portava in giro per difendersi. È agghiacciante il quadro che emerge dalla ricostruzione dell'omicidio del 53enne di Alano ammazzato con la lama nel petto nella notte tra sabato e domenica, al culmine di una lite al Kangur Bar di Fener. Per quel delitto c'è un uomo in carcere: è Pedro Livert Dominguez Sanchez, 46enne originario di Cotuí, comune nella Repubblica Dominicana, cittadino italiano incensurato residente a Fener, papà vedovo di 4 figli. L'indagato, difeso dall'avvocato di fiducia Giorgio Gasperin, ha collaborato con gli inquirenti e ha dato la sua ricostruzione dei fatti, confessando l'accaduto. Li ha anche condotti sul luogo in cui aveva gettato l'arma del delitto: la lama insanguinata di Costa era stato lanciata lungo i binari della vicina stazione, proprio dove lo hanno cercato per ore i vigili del fuoco del Basso Feltrino quella notte. Antonio Costa avrebbe firmato la sua condanna a morte per le attenzioni insistenti a una ragazza, della comunità dominicana che quella sera stava partecipando a una festa latinoamericana.


Delitto a Fener, cosa e' successo


Il locale della stazione di Fener richiama ogni weekend moltissime persone amanti delle danze caraibiche e anche la notte dell'omicidio c'erano una sessantina di persone, soprattutto cittadini dominicani, molti alterati dall'alcool. Antonio Costa arriva sul suo monopattino e inizia a rivolgere attenzioni particolari alla giovanissima ragazza della comunità. Sembra sia stato particolarmente insistente. La procura della Repubblica in una nota diffusa ieri parla di un «comportamento sconveniente posto in essere dalla vittima ai danni di una giovane donna». Scatta subito l'intervento dei connazionali della ragazza, che è l'amica della figlia di uno degli aggressori. A quel punto Costa, accerchiato, avrebbe estratto il coltello in suo possesso, ma è stato subito disarmato e colpito. «Un solo mortale fendente al petto», dice la procura.


Gli interrogatori


Dopo la rissa e l'omicidio, all'arrivo dei carabinieri sul posto erano rimaste solo 4 persone. Ma con grande lavoro sono diversi i testimoni rintracciati e sentiti dagli inquirenti nelle ore di indaginiper chiudere il cerchio sul presunto responsabile dell'omicidio. È la procura stessa che spiega che alla ricostruzione del fatto «hanno contribuito le dichiarazioni di alcuni dei testimoni presenti al momento dell'omicidio, l'analisi delle immagini video di telecamere presenti nella zona e l'attività della polizia scientifica». Così il caso è stato risolto in meno di 24 ore. I soccorsi dopo la scoperta dell'uomo in fin di vita di fronte al Kangur bar erano scattati, infatti, poco dopo la mezzanotte di domenica 7 maggio. Antonio Costa muore poco dopo e la scena del crimine viene subito sigillata. Le indagini serrate condotte in stretta sinergia dal pubblico ministero di turno, Alberto Primavera, e dai militari del Nucleo investigativo del comando provinciale, unitamente a ufficiali e agenti di polizia giudiziaria del Norm di Feltre e delle stazioni di Quero e Arsiè, portano a un sospettato. Nel pomeriggio i carabinieri bussano a casa di Pedro Livert Dominguez Sanchez e lo conducono nella caserma della Compagnia di Feltre: alle 23.15 del 7 maggio scatta il fermo a carico di una persona gravemente indiziata dell'omicidio di Antonio Costa, ovvero Pedro Livert Dominguez Sanchez, che viene portato in carcere su ordine del magistrato Primavera, d'intesa con il procuratore Paolo Luca.

L'arma e una seconda persona

L'arma, su cui la procura non dà informazioni, è stata recuperata e sequestrata ed è a disposizione degli inquirenti. Dalla procura parlano di una «ricostruzione, al momento parziale», lasciando intendere che potrebbe esserci altro, forse un ulteriore capitolo che potrebbe riguardare l'altro contendente della lite, ovvero il padre dell'amica della ragazza che è stata oggetto delle avances della vittima. «Si stanno assumendo tutte le testimonianze possibili», si limitano a dire, ma non confermano eventuali possibili nuovi indagati.

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Il Gazzettino