La notte di festa finita nel sangue, Pedro resta in carcere: «Io l'ho solo disarmato, è stato un incidente“

ALANO DI PIAVE (BL) - Resta in cella Pedro Livert Dominguez Sanchez, il 46enne papà vedovo di 4 figli, accusato dell'omicidio di Antonio Costa, il 53enne accoltellato...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

ALANO DI PIAVE (BL) - Resta in cella Pedro Livert Dominguez Sanchez, il 46enne papà vedovo di 4 figli, accusato dell'omicidio di Antonio Costa, il 53enne accoltellato alla stazione di Fener nella notte tra sabato e domenica. Il gip Enrica Marson, al termine di una lunga udienza che si è svolta a Baldenich ieri pomeriggio, 10 maggio, ha convalidato il fermo che era scattato domenica 7 maggio alle 23.15 e ha confermato la custodia cautelare in carcere. L'avvocato ella difesa, Giorgio Gasperin, ha già annunciato che procederà con tutte le istanze del caso per una misura meno afflittiva per il suo assistito: la situazione di Pedro infatti è particolare, padre solo con una famiglia a carico di cui prendersi cura.

L'INTERROGATORIO
«Lo ho disarmato, poi lo ho spinto per allontanarlo e nella colluttazione lo ho colpito: non volevo ucciderlo». Ha ribadito quanto detto domenica ai carabinieri Pedro Livert Dominguez Sanchez, indagato per omicidio volontario. È emerso quello che lui sostiene fin dal primo momento: la non volontarietà dell'uccisione, che sarebbe stata un incidente nell'ambito del tentativo di difendersi. Ha spiegato che quando lo ha spinto Costa aveva il coltello in mano, che gli aveva appena strappato, e quindi ci sarebbe stata quella ferita al petto accidentale. Un incidente avvenuto nell'ambito del tentativo di difendersi in quella lite. Il 46enne originario di Cotuí, comune nella Repubblica Dominicana, cittadino italiano incensurato ha risposto a tutte le domande del giudice Marson nell'udienza che è andata avanti per oltre un'ora, mostrando ancora una volta quell'atteggiamento collaborativo che lo ha contraddistinto. «Ha ribadito la sua ricostruzione dei fatti», si limita a dire il difensore avvocato Giorgio Gasperin dicendo che suo assistito è «preoccupato e teso». Nel pomeriggio la decisione del gip che si era riservato: confermato il carcere.

LE INDAGINI


Intanto continuano gli accertamenti degli inquirenti per ricostruire l'esatto quadro della notte dell'omicidio. Tutto era iniziato con un diverbio nato nel locale riferimento per la comunità dominicana, il Kangur Buffet della stazione di Fener, attualmente sotto sequestro. Antonio Costa, 53 anni, originario del Trevigiano, ma da anni residente ad Alano, avrebbe messo in atto un atteggiamento sconveniente nei confronti di una ragazza della comunità e legata alla famiglia di uno degli uomini coinvolto nella rissa. Costa viene cacciato dal locale per ben due volte ma rientra, firmando di fatto la sua condanna a morte. Nel piazzale lo affrontano i cittadini dominicani, sarebbero più d'uno ma solo dalle telecamere si potranno conoscere i protagonisti, perché nelle indagini per ora l'unico volto emerso è quello di Pedro. Costa estrae quel coltello che esibiva come un trofeo, sperando di cavarsela. Ma qualcosa va storto: Pedro glielo toglie di mano e la lama finisce conficcata nel petto del 53enne che muore poco dopo. Nei prossimi giorni l'autopsia che verrà effettuata dal medico legale Antonello Cirnelli per la Procura. Ancora non è stata fissata la nuova data. Si sa però che la difesa nominerà un proprio consulente.
  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino