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È arrivata davanti al municipio di Cimadolmo in bicicletta da corsa, scortata da una decina di mini corridori di mountain bike dello Stabiuzzo, guidati da Filippo, solo 5 anni. Soraya Paladin, l’atleta azzurra della Liv Racing lo scorso 25 luglio ha corso a Tokyo, alle Olimpiadi, la prova su strada; pedina fondamentale della nazionale italiana che ha permesso a Elisa Longo Borghini di conquistare il bronzo. Un abbraccio di popolo quello ricevuto da Soraya, originaria di Ormelle e che ha mosso i primi passi in bici con la Rinascita Ormelle. Poi il trasferimento con la famiglia a Cimadolmo. A fare gli onori di casa il vice sindaco Chiara Lovat, giudice di gara internazionale di ciclismo, con Nicole Casagrande assessore allo sport, Francesco Truccolo, assessore al sociale e regista con Graziano Dall’Acqua, presidente della Pro Loco, dell’evento. Il 25 luglio dalle 6 del mattino era stato allestito un maxi schermo in piazza per chi avesse voluto incitare Soraya Paladin nella gara giapponese. Emozionata l’atleta azzurra, dalla scalinata del municipio ha raccontato l’esperienza giapponese: «La gara era molto dura, selettiva, la vincitrice austriaca non era pronosticata. Noi azzurre ci siamo dovute far carico dell’inseguimento e aiutare Elisa Longo Borghini, la nostra capitana. Ho seguito le indicazioni del c.t. Edoardo Salvoldi e la medaglia ha ripagato i nostri sforzi».
L'EMOZIONE
Soraya si è “sacrificata” per la causa azzurra. «Quello era il mio compito - risponde davanti al pubblico di Cimadolmo che la ascoltata in religioso silenzio -.
L'AUTOGRAFO
Al termine della consegna di targa e fiori, l’amministrazione comunale di Cimadolmo ha fatto autografare a Soraya uno dei tanti tabelloni che verranno fissati lungo le strade sul territorio comunale con il disegno della fascia di rispetto del metro e mezzo tra automobili e ciclisti. «Ho visto troppa gente morire sulle strade, in sella ad una bicicletta - racconta Chiara Lovat, vicesindaco -. E’ arrivato il momento che ci sia il massimo rispetto per chi si muove in bici non solo per divertimento ma anche per lavoro. La bicicletta è un mezzo ecologico, non consuma, non rovina l’ambiente e fa bene alla salute. Quindi è giusto che si rispetti chi sceglie di muoversi su due ruote. E non lo dico solo da giudice di gara internazionale».
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Il Gazzettino