Villaggio olimpico, Confindustria sposa l'ipotesi ex Eni e chiede i conti su Fiames

L'albergo dell'ex villaggio Eni
BORCA DI CADORE - Deve essere riconsiderata la sede del villaggio olimpico di Cortina, per i Giochi invernali 2026: invece di realizzarlo a Fiames sarebbe meglio valutare ancora...

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BORCA DI CADORE - Deve essere riconsiderata la sede del villaggio olimpico di Cortina, per i Giochi invernali 2026: invece di realizzarlo a Fiames sarebbe meglio valutare ancora l’opportunità di spostarsi a Borca di Cadore, per sistemare o costruire strutture che poi siano definitive, così che rimangano anche in futuro, nel vecchio villaggio turistico dell’Eni.

È Lorraine Berton, presidente di Confindustria Belluno Dolomiti, a unire la sua autorevole voce a quella degli amministratori locali, che sostengono da tempo questa soluzione, in modo da assicurare un vero lascito al territorio, invece di spendere 39 milioni di euro per una struttura provvisoria, da erigere a Fiames e da rimuovere all’indomani dei Giochi. «Sul villaggio olimpico a Fiames gli enti decisori dovrebbero fermarsi e ascoltare le richieste del territorio, peraltro ragionevoli, a partire dall’opzione del recupero del villaggio ex Eni a Borca di Cadore – dichiara Berton – perché la sostenibilità di un'opera sta anche nelle sue premesse. Per questo, chiedo uno sforzo ulteriore di dialogo e confronto, per procedere con la massima serenità e operatività».

Lo stesso Bortolo Sala, sindaco del paese della Valle del Boite, continua a insistere sull’opportunità di accogliere le squadre di atleti e tecnici a Borca. Lo ha fatto anche mercoledì scorso, durante un convegno sull’innovazione, che si è tenuto proprio in una delle strutture dell’ex villaggio Eni, l'albergo Boite. «La forma vale quanto la sostanza, soprattutto se parliamo di legacy – aggiunge la presidente Berton – per la nostra montagna le Olimpiadi sono un mezzo e non un fine, un'opportunità per guardare a un orizzonte temporale più ampio, che crei i presupposti per le nuove generazioni di rimanere e crescere». La guida di Confindustria provinciale sostiene quindi che l’eredità olimpica è fare qualcosa che sia utile al territorio, alle sue imprese e alle sue genti. In questo, le infrastrutture giocano un ruolo fondamentale e strategico, ma a patto che siano davvero sostenibili. «Detto questo – incalza Berton – chiedo a chi sta procedendo con l'opzione di Fiames di spiegare alle comunità locali i motivi della scelta di quella sede, il cronoprogramma della costruzione del villaggio, i costi e i benefici attesi. Nel farlo, vorrei fosse anche illustrato perché tale opzione sarebbe preferibile a quella del recupero del villaggio ex Eni di Borca di Cadore, che forse rappresenta un'occasione in più per l’area. Il recupero di un sito, peraltro simbolico, è forse meno sostenibile di qualcosa che va poi totalmente smantellato pur con tutte le garanzie del caso? Bisogna essere franchi. Il Bellunese ha bisogno di infrastrutture come l'aria: la nostra associazione non perde occasione di ribadire quanto il gap in materia di opere della nostra montagna vada colmato, soprattutto in termini di collegamenti».

La decisione di creare il villaggio olimpico a Fiames, a nord di Cortina, non è stata ancora ufficializzata. Il sindaco Bortolo Sala ha dichiarato di non avere mai ricevuto formalmente il rifiuto di costruire l’infrastruttura a Borca, alle pendici del monte Antelao, per cui ritiene che la partita non sia ancora conclusa. La presidente Berton conclude con un appello alle istituzioni nazionali, che devono decidere, e devono farlo in fretta: «L’opzione del villaggio olimpico a Borca deve essere presa seriamente in considerazione, perché è il territorio a chiederla e a sentirla come propria. Vogliamo dunque capirne di più, perché alla fine delle Olimpiadi e delle Paralimpiadi saremo noi, gente e imprenditori di montagna, che dovremo rimanere su questo territorio e portare avanti l'eredità di un evento unico e straordinario; non possiamo permetterci passi falsi».

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Il Gazzettino