C'è l'ok di Roma al referendum sull'autonomia, intanto si tratta

C'è l'ok di Roma al referendum sull'autonomia, intanto si tratta
Il governatore Luca Zaia e il consiglio regionale del Veneto possono indire il referendum sull’autonomia della Regione quando vogliono, il Governo non metterà i...

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Il governatore Luca Zaia e il consiglio regionale del Veneto possono indire il referendum sull’autonomia della Regione quando vogliono, il Governo non metterà i bastoni tra le ruote. Parola di Gianclaudio Bressa, sottosegretario di Stato del ministero per gli Affari regionali e le Autonomie, nonché deputato del Pd, intervenuto ieri a Venezia al seminario sul nuovo Senato organizzato dalla Conferenza dei presidenti delle assemblee legislativo. Tra i relatori erano annunciati anche Luca Zaia e Enrico Costa, ma sia il governatore (a Roma a un vertice sulle infrastrutture con Graziano Delrio) che il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie hanno dato forfait. Così a margine dei lavori sulla riforma costituzionale e su come saranno eletti i consiglieri regionali che potranno fregiarsi del titolo di senatori, è toccato a Bressa puntualizzare ai cronisti a che punto sta la vicenda della maggiore autonomia chiesta dalla Regione Veneto in base alla legge regionale 15 del 2014.

Primo: c’è una trattativa tra Governo e Regione sul referendum? «Per quanto riguarda il referendum sull’autonomia non c’è alcuna trattativa - ha detto Bressa - La Corte costituzionale ha abilitato un solo quesito (“Vuoi che alla Regione del Veneto siano attribuite ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia?”, ndr) e quindi su quel quesito Zaia e il consiglio regionale quando decideranno di indire la consultazione potranno farla». Secondo: è in corso un trattativa tra Governo e Regione Veneto sull’autonomia? «Le trattative ci sono realmente, sta per essere avviato il tavolo». Sarà sull’attuale articolo 116 della Costituzione o su quello nuovo della riforma Boschi che dovrà essere sottoposta a referendum confermativo? «Ovviamente non si può discutere oggi di una cosa, il nuovo 116, che ancora non c’è, ma tra il nuovo e l’attuale 116 ci sono delle parti comuni, si può cominciare da quelle». E come la mettiamo con il premier Matteo Renzi che alla domanda sul Veneto autonomo ha detto che «non esiste»? «Renzi ha fatto una battuta, la domanda era stata posta lasciando intendere che si parlasse di specialità». Arriverà, e quando, la famosa lettera del ministro Costa a Zaia? «Arriva, arriva. Potrebbe essere anche oggi pomeriggio o domani o dopodomani». Lei però ha detto no all’election day, cioè votare lo stesso giorno in Veneto sia per il referendum costituzionale di Renzi che per l’autonomia: quale norma lo vieta? «Non c’è una norma che vieta l’election day, è la logica: come fai a votare nello stesso momento la richiesta di autonomia prevista da un articolo che con la riforma viene cambiato? Ma, sia chiaro, è la mia opinione, la decisione spetta al ministro dell’interno».

Quanto al seminario sul nuovo Senato, l’iniziativa puntava a definire un’unica interpretazione, per tutte le Regioni, della norma transitoria per l’elezione del primo, nuovo Senato, in attesa della legge elettorale. Curiosamente, il corposo studio preparato dal professor Paolo Feltrin sulle criticità relative alla distribuzione dei seggi, subito dopo l’illustrazione è stato "secretato" dal presidente del consiglio regionale del Friuli e coordinatore della Conferenza dei presidenti delle assemblee legislative, Franco Iacop. Motivazione:«Devo condividerlo con i colleghi». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino