Legittimo bivaccare, il Tar dà ragione al senzatetto e annulla l'ordinanza

Legittimo bivaccare, il Tar dà ragione al senzatetto e annulla l'ordinanza
TRIESTE - Lui si chiama Nawaz Shah ed è un richiedente asilo pakistano, senzatetto. Ha ottenuto dal Tar del Friuli Venezia Giulia l'annullamento dell'ordinanza...

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TRIESTE - Lui si chiama Nawaz Shah ed è un richiedente asilo pakistano, senzatetto. Ha ottenuto dal Tar del Friuli Venezia Giulia l'annullamento dell'ordinanza emessa dal sindaco Roberto Dipiazza, quella, in altre parole, finalizzata ad allontanare i barboni dal centro città vietando di dormire o bivaccare per strada sia di giorno che di notte. Shah è stato difeso dagli avvocati Stefania Bearzi, Caterina Bove, Alessandra Fantin e Dora Zappia.


L'uomo era stato sanzionato per violazione dell'ordinanza sindacale con la quale il sindaco ha vietato lo stazionamento all'aperto, la consumazione di alimenti e bevande e la collocazione di materiale su suolo pubblico in una determinata area della città. Nella sentenza del tribunale amministrativo regionale si sottolinea come «l'articolo 54, comma4, D.Lgs. n. 267/2000 consente al sindaco di intervenire con provvedimenti extra ordinem al solo fine di di prevenire e di eliminare gravi pericoli che minacciano l'incolumità pubblica e la sicurezza urbana» mentre l'ordinanza sindacale impugnata dal senzatetto è finalizzata ad ovviare  alla «situazione di scadimento della qualità urbana in una zona molto trafficata e qualificata quale snodo di entrata nella città di Trieste» e a prevenire il «senso di disagio diffuso nella popolazione, generando così situazioni tali da determinare una sensazione di degrado e l’alterazione del decoro urbano». Finalità che, secondo i giudici amministrativi, «non sono riconducibili ai presupposti di legge per l'esercizio del potere disciplinato e previsto dall'articolo 54 ma possano e debbano essere perseguite con gli strumenti appositi previsti dall'ordinamento». Il Tar, presieduto da Umberto Zuballi, ha dunque accolto il ricorso del senzatetto che dal Ministero dell'Interno dovrà ricevere mille euro per le spese di giudizio sostenute.


La difesa ha inoltre sostenuto che non si possono adottare ordinanze che vanno a colpire soggetti in stato di bisogno e di totale indigenza. Soggetti che invece di essere tutelati con politiche di prevenzione e tutela dei soggetti deboli, rischiano di essere ulteriormente sanzionati, in ragione della povertà che li costringe a sostare per strada. Lo sottolinea l'Asgi che ha promosso l'azione con i suoi avvocati. Il richiedente asilo è stato poi accolto dall'Ics. Il vicesindaco ha preso atto della sentenza del Tar facendo tuttavia sapere di proseguire nella strada intrapresa del regolamento di modo da evitare ordinanze. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino