Laura, 34 anni e una laurea in psicologia: «Io nomade digitale, così lavoro da tutto il mondo»

Laura Princivalli, 34 anni, psicoterapeuta e psicologa racconta la sua esperienza

Laura, 34 anni e una laurea in psicologia: «Io nomade digitale, così lavoro da tutto il mondo»
ODERZO - Uno smartphone, un computer e una connessione a internet stabile e sicura. Le competenze, invece, non serve infilarle nello zaino: quelle ci sono sempre, anche se si...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

ODERZO - Uno smartphone, un computer e una connessione a internet stabile e sicura. Le competenze, invece, non serve infilarle nello zaino: quelle ci sono sempre, anche se si è dall’altra parte del mondo. E’ il bagaglio di chi oggi lavora come “nomade digitale”. Laura Princivalli, 34 anni, psicologa e psicoterapeuta, originaria di Oderzo, ha iniziato a operare online, senza confini, da ormai due anni. Dopo la laurea e la specializzazione a Padova, si è trasferita a Milano con il suo compagno, impegnato nel settore del marketing.

PROGETTO INTERNAZIONALE

Ed è qui che ha preso forma il progetto internazionale: attualmente trascorrono 6 mesi nel capoluogo lombardo e 6 mesi in giro per il mondo. Hanno già passato lunghi periodi a Cape Town, negli Stati Uniti, come a Bali, Bangkok e Phuket in Thailandia, Vietnam e così via. Non per vacanza, ma continuando a lavorare. «All’inizio ho lavorato nel settore delle risorse umane, anche per delle agenzie di lavoro: orario ufficio, 8 ore al giorno, normale busta paga – racconta la psicologa – nel frattempo nel 2019 ho aperto il mio blog di psicoterapia online e di seguito la partita Iva. Per un periodo ho portato avanti entrambe le cose, lavorando praticamente 70 ore a settimana. Dopo l’emergenza Covid, mi era sempre più difficile tornare in ufficio e timbrare il cartellino. Così alla fine del 2021 mi sono licenziata per dedicarmi esclusivamente alla libera professione online. E il 3 gennaio del 2022 siamo partiti per Cape Town». Le sedute online le permettono di seguire i pazienti da ogni latitudine. Anzi, internet ha allargato il bacino non solo a tutta Italia ma anche agli italiani che per vari motivi sono impegnati all’estero, senza contare la flessibilità a livello di orari. «Spesso si pensa che una vita del genere sia impossibile. Non è così. Basta organizzarsi: per quanto mi riguarda è sufficiente un dispositivo, una connessione a internet e una stanza dove poter mantenere la privacy – sottolinea – seguo molti giovani e giovani adulti, dai 18 ai 45 anni. Sono quelli che hanno più familiarità con il digitale. Ma non solo. Ci sono anche persone di 70 anni». «Questo sistema, tra l’altro, consente di gestire la giornata in base alle necessità e ai carichi di lavoro – aggiunge – faccio in media 18, 20 sedute online alla settimana. Per via del fuso, nel sud-est asiatico ho buona parte della mattina libera. Di contro, però, mi è capitato di lavorare anche fino alle 3 di notte. Diciamo che non abbandono mai del tutto il fuso orario italiano e non prendo mai del tutto quello dei paesi esteri». Nel sud-est asiatico, in particolare, i collegamenti a internet funzionano al meglio e c’è già una lunga tradizione di lavoro online, con tutto ciò che consegue a livello di infrastrutture. E questo facilita il compito. La distanza non rappresenta un problema insormontabile quando si parla di psicoterapia.

ATTIVITA’ ONLINE

«Per me, dopo il tirocinio post-lauream, l’attività online è stata una cosa immediata, quasi esclusiva. Con l’emergenza Covid, poi, è stata sdoganata in modo definitivo – evidenzia Laura Princivalli – so che alcuni colleghi non amano gestire una seduta davanti a un monitor, ma il monitor spesso ci consente di curare anche le normali relazioni. E nel tempo nessuno mi ha mai fatto presente di avere la necessità di incontri dal vivo». Insomma, quella del “nomade digitale” non è una vita in vacanza. «E’ chiaro che di base deve esserci una grande passione per il viaggio e una grande curiosità che ti porta a voler scoprire il mondo – conclude – ma non lo si fa solo se si hanno particolari possibilità economiche. E’ importante sottolinearlo. All’estero, dove spesso il costo della vita è anche più contenuto, non viviamo in resort e continuiamo a lavorare, pur con tempi diversi».

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino