Confapi: «Cinquemila da assumere e non si trova uno specializzato». Scollamento scuola lavoro, troppi "colletti bianchi"

Occupazione, figure specializzate introvabili
PADOVA - Entro la fine del mese le imprese padovane prevedono di assumere 5.480 persone, ma il manifatturiero procede con il freno a mano tirato. Intanto il 57% delle aziende non...

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PADOVA - Entro la fine del mese le imprese padovane prevedono di assumere 5.480 persone, ma il manifatturiero procede con il freno a mano tirato. Intanto il 57% delle aziende non riesce a reperire dipendenti con le caratteristiche richieste. Lo attestano i dati Unioncamere-Anpal (sistema informativo excelsior) rielaborati da Fabbrica Padova, il centro studi di Confapi. Gli imprenditori, dunque, continuano ad assumere nonostante il rallentamento della crescita economica osservato nel primo trimestre e le prospettive sempre più incerte per il secondo, a causa dell'invasione dell'Ucraina, della crisi energetica e dei rincari delle materie prime. Ad aprile erano invece stati programmati gli ingressi di 5.250 figure professionali.


La tendenza è quella della crescita, ma non per tutti. Perché se è vero che ci sono comparti, come quello turistico, che registrano un netto aumento del fabbisogno di manodopera, proprio le imprese manifatturiere sembrano risentire della situazione, specie per quanto riguarda il reperimento di operai specializzati e conduttori di impianti e macchine: erano 2.120 quelli che le aziende ricercavano ad aprile, sono scesi a 1.670 a maggio, con un calo del 21%. Negative anche le statistiche del settore costruzioni rispetto al mese precedente: da 330 figure da inserire si è scesi a 260.

Il rallentamento

Numeri che stanno a confermare come ci sia un rallentamento nella ripresa che si ripercuote sul mercato occupazionale. Resta un altro dato, tutt'altro che secondario, da considerare, ovvero il mismatch (la mancata corrispondenza) tra domanda e offerta di lavoro: nel 57% dei casi l'azienda padovana che cerca un operaio specializzato sa già che non lo troverà, per mancanza di candidati o preparazione inadeguata.
«Di fronte a questi dati ci sono due ordini di considerazioni da fare - ha spiegato Andrea Tiburli, presidente di Unionmeccanica Padova, la categoria che raccoglie le piccole e medie imprese del settore metalmeccanico associate a Confapi -. La prima è questa: il settore manifatturiero padovano e veneto viene da un forte recupero e ha confermato anche a inizio 2022 la tendenza del 2021, con le esportazioni tornate a livelli pre-pandemia». «Il Governo ha fatto delle scelte positive, per esempio sui crediti d'imposta estesi anche alle aziende più piccole. Ma in queste condizioni è legittimo che un'impresa ci pensi più volte prima di assumere, anche perché il cuneo fiscale rimane elevatissimo - ha aggiunto Triburli - A mio avviso, però, le vere ragioni del rallentamento sono altre. Io ma io temo che molti imprenditori del settore manifatturiero, ormai scoraggiati, abbiano direttamente rinunciato a cercare sul mercato le figure di cui hanno bisogno».

Colletti bianchi e blu

«In sostanza, non è che certe figure professionali non servano più. È vero l'esatto contrario. La difficoltà nel reperire manodopera agisce, però, da deterrente nella ricerca. Parlo per esperienza personale: le agenzie di recruiting non hanno candidati da proporre alla mia azienda, che pure avrebbe bisogno di personale - ha concluso -. Il punto è che i ragazzi non seguono più certi percorsi di studio, di conseguenza le scuole non riescono a rispondere alle esigenze delle imprese. Succede per una convinzione erronea ma diffusa, quella per cui i colletti bianchi guadagnano più di quelli blu. Ma oggi, in realtà, le persone che ruotano attorno alla produzione, dall'ufficio tecnico al controllo qualità, guadagnano quanto gli impiegati se non addirittura meglio».

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Il Gazzettino