In Friuli disoccupazione al minimo, ma resta il nodo dei salari. Fedriga: «Bisogna pagare di più»

In Friuli disoccupazione al minimo, ma resta il nodo dei salari. Fedriga: «Bisogna pagare di più»
«A livello nazionale credo che finalmente dovremmo aprire un tavolo sulla capacità di aumentare i salari». A lanciare la proposta è stato, ieri a...

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«A livello nazionale credo che finalmente dovremmo aprire un tavolo sulla capacità di aumentare i salari». A lanciare la proposta è stato, ieri a Trieste, il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga nell'ambito della presentazione dei dati relativi al mercato del lavoro regionale nel 2023.


«Siamo il Paese in Europa che ha avuto il minor aumento negli ultimi 20 anni ha spiegato e su questo, insieme alle categorie economiche, le parti datoriali, insieme a un impegno pubblico e alle rappresentanze dei lavoratori, si dovrebbe ipotizzare un libro bianco sui salari per capire come in prospettiva, in più anni, prendere quella curva che ha caratterizzato molti Paesi europei».
Tuttavia ha precisato che «come Conferenza delle Regioni non abbiamo competenze dirette su questo, potremmo avere uno scopo propulsivo ma non abbiamo in mano le redini per decidere. È una riflessione che in generale dobbiamo porci come sistema Paese».


I NUMERI

Il 2023 «si chiude con il miglior tasso di disoccupazione di sempre in Friuli Venezia Giulia. Si tratta del secondo numero di occupati più alto degli ultimi 20 anni ha evidenziato il governatore affiancato dall'assessore al Lavoro Alessia Rosolen e la lievissima contrazione dello 0,1% dell'occupazione registrata lo scorso anno non scalfisce minimamente la crescita registrata tra il 2021 e il 2022, periodo in cui c'è stato un aumento di ben 10.217 occupati». Il calo dello 0,1% di occupati nello scorso anno equivale a 601 unità e risulta frutto di una congiuntura economica certamente non favorevole che ha portato a una contrazione della produzione industriale e a una diminuzione dell'export (-9%) ma è compensato dalla «crescita considerevole» dei dipendenti a tempo determinato che salgono tanto nel confronto con il 2022 (+ 1%) quanto nel periodo 2021-2022 (+2,8%). Allo stesso tempo diminuiscono sensibilmente (-10,1%) i contratti a termine.
Positivi i dati riguardanti l'occupazione femminile e quella a tempo indeterminato: i dipendenti aumentano non tanto nel confronto con il 2022 (+1%) quanto nel periodo 2021-2022 (+2.8%), viceversa il lavoro a termine diminuisce sensibilmente (-10.1%). Secondo le analisi dell'Osservatorio regionale sono ancora in calo i disoccupati, in tutto 24.800 (14.8%). Si osserva invece un aumento degli inattivi fra i 15 e i 64 anni rispetto al 2022 (+0.6%), mentre rispetto il 2021 sono diminuiti (-2.6%). Il tasso di occupazione è pari al 68.7 (+0.2% rispetto al 2022), fra i più alti fra le regioni italiane. Al tempo stesso quello di disoccupazione è ad un livello piuttosto basso: 4.6%, in flessione tanto rispetto all'anno scorso (0.7%) quanto al valore del 2021 (-0.4%). Inoltre anche il tasso di inattività (27.9%) è fra i più bassi a livello nazionale.


LA VISIONE

«Le principali criticità non riguardano tanto la quantità dell'occupazione in Friuli Venezia Giulia ha osservato Rosolen quanto occorre porre l'accento sulla qualità del lavoro, sul calo demografico alla potenziale perdita di competitività delle nostre imprese a causa dell'invecchiamento della forza lavoro». È emerso, poi, che negli ultimi vent'anni si sono persi 50mila giovani dai 15 ai 34 anni e 218mila persone in età attiva dal 2004 al 2022. L'assessore Rosolen ha spiegato che entro il prossimo autunno verrà scritta la nuova norma sul welfare territoriale «per rendere attrattivo il Friuli Venezia Giulia sia dal punto di vista del capitale umano che per la qualità del lavoro». Considerando invece i primi mesi dell'anno in corso, il lavoro dipendente risulta in aumento ma la grande incognita resta l'occupazione nell'industria.

 

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Il Gazzettino