Paola e Flavio tornano a vedere figli e nipoti grazie all'occhio bionico

La signora Paola Mariotto
CAMPOSAMPIERO (PADOVA) - Paola, 52 anni proprio oggi, potrà "rivedere" i due figli. Flavio, 65 anni, conoscerà la nipotina. Paola Mariotto, di Mestre, e Flavio Ferraro, di...

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CAMPOSAMPIERO (PADOVA) - Paola, 52 anni proprio oggi, potrà "rivedere" i due figli. Flavio, 65 anni, conoscerà la nipotina. Paola Mariotto, di Mestre, e Flavio Ferraro, di Bassano del Grappa sono i primi due pazienti a beneficiare dell'impianto di una retina artificiale, meglio conosciuta come "occhio bionico", eseguito all'ospedale di Camposampiero dall'équipe medica del primario di oculistica Marzio Chizzolini. Gli interventi sono stati eseguiti su Paola e Flavio, diventati ciechi a causa di una condizione ereditaria di retinite pigmentosa, una malattia che provoca una progressiva degenerazione delle cellule foto sensibili della retina, portando a un significativo impoverimento visivo, fino alla cecità.




«Vedere anche solo i contorni del volto dei miei figli è già avere di più di ciò che la vita poteva offrirmi - ha detto Paola Mariotto - . Dopo l'intervento continuo la riabilitazione con fiducia, confidando in un percorso fatto da continui miglioramenti. Non posso che ringraziare di cuore il dottor Marzio Chizzolini e la sua équipe oltre che la Regione che ha creduto in queste tecnologie».



Gli interventi sono stati effettuati il 24 e il 26 gennaio scorso e ora Paola e Flavio dovranno fare riabilitazione: un po’ per volta riusciranno a distinguere la luce, poi i colori e via via le sagome delle persone e delle cose. Hanno riguardato l'impianto della protesi retinica Argus II «che ripristina una visione utile in grado di interpretare i segnali luminosi che l'impianto produce stimolando elettricamente la retina - ha spiegato il primario di oculistica Marzio Chizzolini - L'impianto, che si compone anche di una sorta di occhiale con una telecamera, consente ai pazienti non vedenti di recepire una visione rudimentale. Quindi vedono oggetti, la sagoma dei propri cari, una porta o una finestra, con il risultato di migliorare la loro autonomia». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino