Murrine nelle aste degli occhiali cadorini per celebrare i 1600 anni della Serenissima

La pubblicità dell'occhiale che celebra Venezia
LOZZO DI CADORE - Dalle Dolomiti alla laguna di Venezia. Con due mondi, quelli che firmano l’eccellente artigianato del Veneto, a prendersi sottobraccio. É...

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LOZZO DI CADORE - Dalle Dolomiti alla laguna di Venezia. Con due mondi, quelli che firmano l’eccellente artigianato del Veneto, a prendersi sottobraccio. É questa la storia del viaggio di un occhiale che, da oggi, si impreziosisce con la “perla rosetta” di Murano. Dopo l’idea di 3 anni fa, con l’inserimento, in un buchino sull’asta, di una frammento di roccia delle Tre Cime di Lavaredo, la Borca Occhiali di Lozzo di Cadore ora punta a valorizzare il legame storico tra il Cadore e la Serenissima.


«Abbiamo lavorato per ottenere il marchio che celebra i 1600 anni della nascita della città di Venezia e siamo orgogliosi di averlo ottenuto – precisa Roberta Laguna, co-titolare con il marito Gianni Borca della omonima azienda - a Murano ci siamo incontrati con il maestro vetraio Alessandro Moretti. Con lui si è studiato il modo si inserire una sezione di perla rosetta nella nicchia dell’asta». L’accessorio di moda, insomma, qui si inchina alla storia veneta. Va precisato che la “perla rosetta” è considerata la regina tra le perle in vetro: «Cercavamo il miglior motivo distintivo della linea e, in collaborazione con il maestro vetraio, l’abbiamo scelta tra le infinite proposte».
Si tratta di un tris Unesco. Tutte fanno parte del patrimonio: le Dolomiti, Venezia e, pure, la lavorazione delle perle veneziane. Anche questa volta, come per gli occhiali delle Dolomiti, si tratta di un’ edizione limitata, in 5 modelli, in acetato o metallo. Questi ultimi con terminali creati appositamente. Su un’asta c’è il frammento di roccia delle Tre Cime e sull’altro la sezione di “rosetta”. L’occhiale,quindi, diventa un modo per abbracciare la città lagunare con cui la gente del Cadore ha da sempre un rapporto speciale. Il legame tra mare e montagna è così sottolineato da Roberta Laguna: «C’è una parola in chioggiotto che dice molto. E’ lo “stravedamento” ovvero la possibilità, nelle giornate limpide, di riuscire a vedere dalla laguna le nostre montagne».

Si tratta di un centinaio di chilometri in linea d’aria che vengono annullati quando la situazione meteorologica offre nitidezza, di là da foschie e inquinamento. Ecco che la l’azienda cadorina, che ha stile familiare, non si è fatta scappare l’idea di affiancare l’occhiale con la foto che vede piazza San Marco con il campanile stagliarsi sullo sfondo delle Dolomiti: «E’ l’ immagine traino del progetto per l’occhiale delle Dolomiti che incontra Venezia. Uno scatto che non necessita di parole». Non un fotomontaggio, ma, per l’appunto, il risultato del fotografo – Marco Contessa – che ha colto l’attimo del fenomeno ottico dello “stravedamento”.
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Il Gazzettino