PADOVA - Impareranno a virare e a strambare, a navigare con il vento in poppa, o controvento. Diciotto tra bulli e vandali veneti che nel corso della loro carriera scolastica...
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L'OBIETTIVO «WakeUp vuole aiutare i ragazzi delle scuole secondarie, adolescenti e preadolescenti, a sperimentarsi come cittadini attivi - sottolinea Polisciano - nell'interesse proprio e degli altri, attraverso l'attività del volontariato e dell'azione sociale. Intende risvegliare nei giovani d'oggi la coscienza delle proprie azioni, la capacità di riflettere e apprendere da ciò che si vive, la disponibilità al confronto e al cambiamento, il gusto del desiderio». Riservata a 18 studenti delle scuole superiori del Veneto, l'azione del progetto Wake up, che di sottotitolo fa D'estatevi (richiamando sia l'alzarsi che il veleggiare estivo), si svolgerà dal 25 al 29 giugno proponendo un campo a bordo di un grande veliero armato a brigantino-goletta, Nave Italia appunto, condotto da un equipaggio della Marina Militare. Durante la navigazione i partecipanti diventeranno a tutti gli effetti parte dell'equipaggio della Nave Italia e saranno quindi coinvolti nelle diverse attività legate alla navigazione e alla cura del vascello. Verranno inoltre proposti ai ragazzi momenti formativi per lo sviluppo di competenze sociali e relazionali e l'approfondimento della conoscenza del mondo del volontariato. Poiché i posti a disposizione sono limitati, sarà data priorità a coloro che hanno partecipato al progetto Sì, possiamo cambiare (promosso da Centro servizi volntariato e Ufficio scolastico di Padova) o sono stati segnalati da una scuola o altra istituzione perché a rischio di emarginazione economico/sociale.
DON MILANI «Se si perde loro, la scuola non è più scuola. È un ospedale che cura i sani e respinge i malati. Diventa uno strumento di differenziazione sempre più irrimediabile»: è ispirato a questo assunto di don Lorenzo Milani in Lettera a una professoressa, il progetto padovano Sì, possiamo cambiare che lo scorso anno ha salvato un centinaio di ragazzi discoli, rimettendoli sulla retta via. Agli studenti già sanzionati per comportamenti scorretti è stata data la possibilità di mettere in gioco potenzialità e competenze altre da quelle meramente cognitive, in contesti diversi dai banchi di scuola: questo per aiutarli a raggiungere una maggiore consapevolezza degli altri, di se stessi e quindi dei propri desideri di futuro, restituendo senso anche al percorso formativo. Parola d'ordine: non punire dunque, ma rieducare. Attivo dal 2010, il progetto muove dalla necessità di dare un'opportunità di cambiamento ai ragazzi discoli, come li definiva don Milani, e si ispira al suo insegnamento.
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Il Gazzettino