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I veleni sono vietati, le gabbie no. Le armi da fuoco sono consentite, il monossido di carbonio ad alta concentrazione pure. Sono i metodi individuati dalla giunta regionale del Veneto, e approvati ieri, sia pure a maggioranza, dalla Terza commissione consiliare, per eliminare le nutrie. Proposto dall'assessore al Territorio e alla Caccia, Cristiano Corazzari, il Piano regionale di controllo della nutria (Myocastor coypus) dettaglia chi e come può contenere questi roditori. La prima obiezione sollevata dalle minoranze ha riguardato la documentazione: «Nel piano - ha detto la vicepresidente della Terza commissione, Cristina Guarda (Europa Verde), che ha votato contro - è dato per acquisito il parere dell'Ispra, con l'accoglimento delle osservazioni formulate. Però nel fascicolo non c'è traccia del parere: cosa ha detto l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale?».
L'INVASIONE
La nutria è un roditore di media taglia tipico di ambienti acquatici originario del Sud America ed importato in Italia nel 1929 a scopo di allevamento commerciale per la produzione di pellicce.
I METODI
Il piano dettaglia i metodi per eliminare le nutrie, specificando però che è fatto divieto assoluto di utilizzo di veleni, rodenticidi o altri mezzi non selettivi. Due i sistemi consentiti: la cattura mediante gabbie-trappola e l'abbattimento diretto con arma da fuoco. La cattura tramite gabbie-trappola - recita il piano - rappresenta il metodo preferenziale in quanto metodo selettivo ed efficace che può essere esercitato in tutti i periodi dell'anno e in tutti i territori interessati dalla presenza di nutrie. Cosa succede poi delle bestie catturate? Vanno uccise nel minor tempo possibile dal momento della cattura ed evitando inutili sofferenze all'animale o con armi da fuoco oppure trasferendo gli animali catturati in contenitori ermetici dove vengono esposti al monossido di carbonio ad alta concentrazione. L'altro metodo è l'abbattimento diretto sempre con arma da fuoco anche da parte dei proprietari/conduttori dei fondi adeguatamente formati e autorizzati, in possesso dell'abilitazione all'esercizio venatorio, di licenza di porto di fucile ad uso caccia e di copertura assicurativa, utilizzando gilet di riconoscimento ad alta visibilità.
Al.Va. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino