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ERACLEA - La Nutella parla veneto: nocciole d’eccellenza, per la più famosa delle creme spalmabili. E per la precisione coltivate ad Eraclea, nei terreni dell’azienda agricola Zingales, che comprende anche coltivazioni di noci e seminativi e appunto scelta dalla Ferraro per le proprie forniture di materie prime, perché se la ricetta della Nutella rimane un segreto, di certo tra gli ingredienti ci sono le nocciole di Eraclea. «A partire dal 2017 abbiamo scelto di puntare sul nocciolo perché è una pianta rustica – spiega Moreno Valeri, agronomo responsabile dell’azienda. - Nei nostri terreni di Eraclea abbiamo 47 ettari piantumati, di cui 30 in produzione e con il termine di raccolta, che è stato effettuato entro fine settembre. La produzione si attesta complessivamente a circa 20mila chili di nocciole. Si tratta di una coltura vantaggiosa sotto diversi aspetti perché le operazioni sono quasi tutte meccanizzate, ad eccezione della potatura. Anche la raccolta è completamente meccanizzata e ad essa segue la pulizia, l’analisi qualitativa delle partite, l’essicazione e lo stoccaggio». Detto che tutte queste operazioni vengono eseguite in azienda, con le attrezzature per la raccolta, il laboratorio di analisi aziendale, la pulizia e l’essicazione con impianto aziendale, l’utilizzo della nocciola invece è prevalentemente industriale. E per la precisione nel mondo della pasticceria, impiegata in moltissimi prodotti da forno e in creme di pasta di nocciole con cacao. Ed è su questo fronte che l’azienda agricola Zingales vede come principale destinatario dei propri volumi di produzione nocciole la Ferrero, secondo logiche e tempistiche definite all’interno di un progetto di collaborazione di lungo periodo. L’azienda di Eraclea, ha iniziato la produzione di nocciole nel 2017, con successive nocciole piantate in nel 2018 e 2022.
Coltivazione del nocciolo
«Vi è una rimanente superficie di circa 20 ettari attualmente coltivata a seminativo – aggiunge Valeri - ma destinata a breve ad essere riconvertita a frutta a guscio.
Colture rustiche e a basso impatto
«La scelta del nocciolo come coltura alternativa a vite, noce e seminativi – precisa Valeri - è fatta per la rusticità della coltura e il suo basso impatto. Fino al quarto anno di allevamento le piante richiedono un minimo apporto di fertilizzante, lavorazione meccanica di filari ed interfilari e due trattamenti fungicidi a base di rame. Durante i primi quattro anni siamo intervenuti solo in due occasioni con un insetticida in relazione ad attacchi di insetti». Infine, tra i vantaggi c’è anche quello che i noccioli sopportano meglio la siccità, come quella dell’ultima estate. «L’irrigazione a goccia, con ala gocciolante interrate ai due lati del filare, permette produzione a ridotto consumo di acqua ed energia – conclude Marco Aurelio Pasti, presidente di Confagricoltura Venezia. - Inoltre il nocciolo ha minori esigenze irrigue di altre colture presenti nel territorio e questo è senz’altro di aiuto in annate in cui l’acqua scarseggia». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino