Ecco il vaccino che piace ai no vax, ma è allarme sulle forniture

Il nuovo vaccino
PORDENONE - È una speranza per andare a scalfire almeno una piccola parte dello zoccolo duro composto da chi ancora non si è vaccinato contro il Covid. E in...

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PORDENONE - È una speranza per andare a scalfire almeno una piccola parte dello zoccolo duro composto da chi ancora non si è vaccinato contro il Covid. E in Friuli Venezia Giulia si parla di poco più di 100mila persone, se si escludono i bambini tra i 5 e gli 11 anni che non saranno oggetto della “rivoluzione”. Sta per arrivare anche in regione, infatti, il quinto vaccino contro il Covid, quello prodotto dall’americana Novavax. E mentre in Veneto si profilano già corsie preferenziali e possibilità di scelta per i vaccinandi, in Friuli Venezia Giulia vince la linea della prudenza. Lo fa per due motivi: l’incertezza sul numero - probabilmente esiguo - delle dosi e quella ancora più forte legata alla domanda ormai scarsa. 

LA PROSPETTIVA
Il nuovo vaccino dovrebbe arrivare in Italia in settimana e quindi il primo riparto è atteso anche in regione. «Ben venga il nuovo prodotto - ha spiegato il vicepresidente regionale e assessore alla Salute, Riccardo Riccardi - e sarà un successo anche se riuscirà a convincere poche persone, magari quelle che sino a questo momento non si erano ancora vaccinate perché nutrivano dubbi e timori a proposito dei prodotti a tecnologia Mrna. Detto questo - ha messo le mani avanti Riccardi - è difficile ipotizzare al momento la creazione di corsie preferenziali dedicate a un vaccino nello specifico. E questo per due motivi: tutto dipenderà dalla quantità di dosi in arrivo, che inizialmente non saranno enormi. In seconda battuta bisognerò osservare l’andamento della domanda». E c’è la possibilità che quest’ultima sia di molto inferiore all’offerta. «Non siamo chiusi di fronte ad alcuna strategia - ha precisato il vicepresidente della Regione - ma prima di prendere qualsiasi decisione dobbiamo attendere di analizzare i numeri». 

IL PRODOTTO
Novavax fa parte della “famiglia” dei vaccini a subunità proteica, cioè quei prodotti composti da frammenti proteici del virus. Semplificando al massimo il concetto, il prodotto che arriverà in Friuli Venezia Giulia sarà molto simile ai “vecchi” vaccini, quelli classici e usati ad esempio per la campagna antinfluenzale che si porta avanti ogni anno. Una parte del movimento no-vax ha sempre nutrito diversi dubbi sui vaccini che si basano sulla tecnologia a Rna messaggero, che al momento sono i più utilizzati su scala globale e anche nel nostro Paese. Il nuovo vaccino contiene una piccolissima parte della proteina Spike del Coronavirus Sars-CoV-2. Chiaramente il frammento non è in grado di infettare. 

IL MESSAGGIO


Di vaccini è tornato a parlare anche l’infettivologo pordenonese Massimo Crapis, di nuovo protagonista del suo appuntamento su Facebook. «Vedo i no vax che ridacchiano quando si contagia una persona vaccinata - ha spiegato - ma dobbiamo parlare di una differenza fondamentale: spesso chi si infetta e viene poi ricoverato in ospedale, ha ricevuto solamente la seconda dose, magari tra marzo e maggio dell’anno scorso. Ormai è chiaro: il ciclo contro il Covid comprende tre dosi. L’ondata ora si sta affievolendo, ma non dobbiamo mollare. Rimaniamo ancora attenti, perché lo sforzo dei sanitari è stato ancora una volta molto importante e dispendioso». 
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Il Gazzettino