Nuovo istituto Selvatico, parte il bando per il cantiere da 12 milioni

Il progetto del nuovo Istituto Selvatico
PADOVA - Ora ci siamo. Il restauro più ardito e costoso di una scuola padovana sta per iniziare. A giorni, forse già questa settimana, il progetto esecutivo del...

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PADOVA - Ora ci siamo. Il restauro più ardito e costoso di una scuola padovana sta per iniziare. A giorni, forse già questa settimana, il progetto esecutivo del recupero del complesso dell’istituto d’arte “Selvatico”, datato 1821, otterrà la validazione di un ente terzo necessaria per aprire il bando dei lavori. Entro l’anno la procedura sarà conclusa ed entro marzo del 2023 si aprirà il cantiere che dovrà concludersi entro il 2026, dal momento che i fondi provengono dal Pnrr ed esigono tempi strettissimi. Un’impresa ambiziosa quella messa in piedi da Comune e Provincia, il primo proprietario dello stabile, la seconda ente gestore della scuola d’arte, in largo Meneghetti a ridosso del Piovego, chiusa nell’ottobre 2017 con i ragazzi dirottati in altre sedi.


Soprattutto perchè i costi, partiti dagli iniziali 4,5 milioni, sono arrivati prima a 8 e oggi sono a 12 milioni: 81, da Pnrr con una partecipazione della Fondazione (2,2 milioni) della Soprintendenza (840mila euro) e del Comune (500mila).


L’INVESTIMENTO
Soldi che erano stati previsti in due stralci, il restauro conservativo della parte dell’ex Macello di Giuseppe Jappelli e l’abbattimento con ricostruzione dell’Avancorpo ora unificati dal concorso a due bandi Pnrr a cui la Provincia ha partecipato e che porterà al restauro conservativo degli edifici storici con demolizione del padiglione est del 1953. E la ristrutturazione del padiglione prefabbricato del 1969.


LE PARTICOLARITÁ
Oltre agli adeguamenti elettrici, idraulici e all’antisismica, punto centrale c’è il restauro della scala del lascito Meneghetti con uno spazioso nuovo ingresso che permetterà un accesso diretto alla biblioteca storica. Inoltre sarà recuperato quello che resta della chiesa di S.Agostino demolita dagli austriaci nel 1819. E al posto del padiglione del 1953 un nuovo edificio “fluttuante” su due piani con aule e uffici amministrativi. All’ultimo, con vista sul Piovego, l’auditorium.


I DETTAGLI
Alla fine avremo una scuola moderna e funzionale, un auditorium per gli studenti aperto anche al pubblico (fuori orario scolastico) e un museo che custodirà le opere, già catalogate dalla Sovrintendenza, realizzate da ragazzi e docenti diventati negli anni maestri d’arte. Sarà, quindi, una “fabbrica culturale”. Nella parte storica dell’impianto jappelliano che si affaccia su Largo Meneghetti, gli spazi che 200 anni fa ospitavano il macello, cioè la grande rotonda d’ingresso e i due corridoi coperti con il vetro, diventeranno locali da destinare agli allestimenti museali, con esposizione delle opere a rotazione. Sempre sulla parte antica, al secondo e ultimo piano avremo solo le aule, mentre al pianterreno ci sarà un mix tra gli uffici destinati a funzioni amministrative, altre classi e i laboratori. Al terzo, che collegherà la parte esistente e quella nuova, finirà il lascito di Egidio Meneghetti, con le tavole raffiguranti antiche fabbriche padovane e rilievi architettonici ornamentali, realizzati tra il 1889 e il 1923. Sotto il livello della strada ci sono alcune aule a rischio allagamento. 


Con il nuovo intervento diventeranno una piazza coperta, mentre al primo e al secondo piano saranno ubicati rispettivamente i 4 laboratori principali, per oreficeria e scultura, e sopra avremo l’auditorium da 100 posti, e una parte scoperta, una grande terrazza panoramica sul tetto.
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Il Gazzettino