PASIANO - Il nuovo asilo statale, il primo nella storia dell'istruzione pasianese, fa ancora discutere. Non tanto per la sede scelta, quella delle scuole elementari del...
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Dei 19 bambini che sono stati iscritti a settembre, infatti, solo tre possiedono la nazionalità italiana. Così, letto il riscontro, l'ex sindaco Paolo Santin ha innescato la polemica. Innanzitutto precisa di volersi allontanare da qualsiasi tipo di considerazione di stampo razzista, spiegando come la sua sia solamente una riflessione basata sui costi e sulle opportunità. «Anzi - specifica - in questo modo credo che il terreno sia diventato fertile per la nascita di un ghetto. Non è questo il modello d'integrazione che funziona, una classe con solo tre bambini italiani non è una buona cosa».
Poi Santin rincara la dose: «Oggi posso dire che il nuovo asilo statale sia stata un'operazione di pessima amministrazione, che innanzitutto va contro i valori tipici del centrodestra e che in seconda battuta non propone un sistema di convivenza ottimale tra italiani e stranieri». C'è spazio anche per una riflessione di carattere economico. «Non serviva spendere centomila euro per una scuola che avrebbe accolto solo tre alunni italiani. Le due materne parrocchiali si prendevano cura di tutti i bambini pasianesi, indipendentemente dalla nazionalità e dalla religione professata dalle rispettive famiglie. Non c'era bisogno di utilizzare l'alibi della possibile perdita di autonomia dell'Istituto comprensivo». Il sindaco Edi Piccinin, dal canto suo, ha sempre difeso la scelta di istituire la prima sezione di una materna statale a Pasiano, motivandola a partire dalla necessità di coinvolgere nel processo educativo tutti quei bambini che prima non risultavano iscritti ad alcun asilo parrocchiale. Ma a mesi di distanza dall'apertura della scuola si ravviva la polemica.
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Il Gazzettino