Vino, la minaccia dei nuovi vigneti altri 800 ettari nel 2016: «Troppi»

Vino, la minaccia dei nuovi vigneti altri 800 ettari nel 2016: «Troppi»
La crisi dell’agricoltura sta provocando una rivoluzione silenziosa che trasformerà il paesaggio rurale, portandosi dietro anche conseguenze economiche. Le aziende...

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La crisi dell’agricoltura sta provocando una rivoluzione silenziosa che trasformerà il paesaggio rurale, portandosi dietro anche conseguenze economiche. Le aziende del settore, sempre più in sofferenza, stanno orientando la loro attività sul prospero settore viticolo. Così la richiesta di autorizzazione per i nuovi impianti ha fatto boom: su 66mila ettari chiesti a livello nazionale, oltre la metà, 34.677, riguardano il Veneto, la Bassa Veronese, il Rodigino e il Veneziano. Seguono il Friuli (10.876 ettari), la Sicilia (4738), l’Emilia Romagna (4564), la Puglia (4042) e la Toscana (2.746).


Le domande, in regione, secondo l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea) sono state 3856, delle quali 12531 a livello nazionale. Ma la situazione non è così rosea.  La prima obiezione viene da Christian Marchesini, presidente regionale dei viticoltori di Confagricoltura: “Ogni regione, secondo le regole del nuovo sistema, ha diritto ad un 1% della superficie vitata, che corrisponde alla quota di incremento stabilita dalla nuova Politica agricola comune 2014-2020. L’Italia possiede 650 mila ettari, quindi il potenziale annuo di vigneti è di 6.500 ettari. Per il Veneto, che conta su 80 mila ettari, quest’anno ne verranno concessi 800». Una domanda "abnorme" che porterà ad "assegnazioni molto ridotte". Alla lunga, però, il danno potrebbe essere davvero importante: «Questa ubriacatura di domande rischia di portare ad uno svilimento di zone produttive che hanno ottenuto riconoscimenti importanti, in quanto la viticoltura si sposta in zone non vocate togliendo vigneti alle colline del Valdobbiadene o alla Valpolicella, che si vedranno concedere 230 metri per ettaro».


Lodovico Giustiniani, presidente di Confagricoltura Treviso, legge il fenomeno in senso positivo soprattutto per la Marca: «Treviso si conferma al top, con molte domande di nuovi vigneti e un interesse ad andare verso i vitigni Glera o Pinot grigio, che hanno una redditività importante data anche dal fatto che il mercato ricerca vini fruttati o leggeri». Resta però la richiesta di un "bando più mirato" e che «nel 2017 si pongano paletti precisi, che tengano conto nell’assegnazione delle autorizzazioni di importanti requisiti come l’appartenenza a zone storiche o delle aziende che lavorano con certi criteri qualitativi». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino