Nuova Pediatria, il cantiere parte dagli scavi archeologici

L'area del cantiere dove sorgerà l'edificio di otto piani della nuova Pediatria
PADOVA - Via al cantiere per la realizzazione della nuova Pediatria. Il terreno sul quale sorgerà la torre alta otto piani con 168 posti letto, ieri, è stato...

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PADOVA - Via al cantiere per la realizzazione della nuova Pediatria. Il terreno sul quale sorgerà la torre alta otto piani con 168 posti letto, ieri, è stato consegnato ufficialmente alla capocordata degli aggiudicatari dell’appalto, l’impresa trevigiana Setten Genesio spa. Da lunedì si parte con la pulizia dell’area recintata, per eliminare le vecchie porzioni di calcestruzzo e la vegetazione incolta. Poi si procederà con i primi scavi per la rimozione delle fondazioni dell’ex palazzina di Pneumologia, costruita nel 1947 e abbattuta nel 2019.


Seguirà quindi la prima verifica della Soprintendenza sui resti romani che iniziano già a fare capolino dal terreno. La precedente demolizione, che ha raso al suolo la palazzina di Pneumologia fino al piano interrato compreso, ha messo in mostra alcuni muretti di epoca romana. Andrà verificato se ci si trovi davanti una necropoli o un antico deposito.
 

IL CRONOPROGRAMMA
Dita incrociate quindi per il successivo via libera al cantiere, il dirigente della ditta trevigiana – come d’altronde il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Giuseppe Dal Ben – spera di poter velocizzare i tempi di costruzione nonostante le scoperte archeologiche.
«Faremo del nostro meglio per dare ai padovani quello che si aspettano – dichiara Mansueto Drusian, titolare della Setten Genesio spa - Prevediamo circa due mesi come tempo di esecuzione per gli scavi archeologici, ma tutto dipende da cosa emergerà durante l’intervento. Si tratta di una fase delicata, non è possibile dare certezze, ma la volontà è di recuperare per stare nei tempi previsti. Su questo siamo ben allenati».
Per la nuova Pediatria, sulla carta, si parla di 900 giorni: 140 per gli scavi archeologici, più 760 per la fase edilizia. Ma si spera nei due anni per veder sorgere un’opera che per Padova ha un’importanza sia sanitaria e che sociale.
 

GLI SCAVI ARCHEOLOGICI
Intanto, in piena collaborazione con la Soprintendenza, va capito cosa c’è sotto. Precedenti indagini archeologiche condotte nella zona sud del padiglione di Pneumologia avevano già messo in luce vasche rettangolari in mattoni: ambienti a destinazione artigianale, disposti in prossimità di una strada e attorno ad una corte centrale, databili tra la metà del I sec. a.C. e la fine del I sec. d.C. Da oltre vent’anni si sa che tra Pediatria e via Gattamelata, appena ad un metro e mezzo di profondità, c’è una necropoli di epoca romana. Ma c’è di più. Nel 2016, durante alcuni lavori per la realizzazione un padiglione esterno affianco al reparto di Oncoematologia pediatrica, erano venuti alla luce due scheletri. In quell’area, inoltre, è stata riconosciuta una fabbrica di mattoni di epoca imperiale, con tanto di fornace e capannoni. Quando la fabbrica è andata dismessa, all’interno delle stanze si è instaurata una necropoli.
In quel caso la Sovrintendenza ha proceduto con un’indagine conoscitiva, con raccolta di dati topografici, semplicemente per apprendere l’evoluzione storica. È probabile che accada lo stesso anche in questo cantiere.
 

IL PIANO


Il progetto è ambizioso e all’altezza di un ospedale pediatrico tra i migliori in Italia, dalla cura dei tumori alla ricerca sulle malattie rare. La nuova Pediatria sarà spaziosa, conterà su circa 20 mila metri quadrati di superficie e sarà adatta anche alle mamme e i papà. Attualmente i familiari dei piccoli pazienti, infatti, faticano a trovare comoda l’attuale palazzina risalente agli anni Settanta. La realizzazione della Pediatria sta a capo della Setten, già autrice della Coop da 2.500 metri dietro il tribunale e oggi impegnata in cantieri con l’Università. Con lei c’è Arco, una realtà nata nel 2015 tra Ferrara e Ravenna, che si distingue per la competenza nel comparto HealthCare. Malvestio, infine, si occupa di restauri archeologici.

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Il Gazzettino