Gronda Nord, è già scontro sul tracciato tra applausi e perplessità dei sindaci

Uno dei numerosi incidenti al guado di Murlis
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PORDENONE - Appena presentato, il tracciato della futura Gronda Nord che dovrà drenare il traffico passivo (si stima che possa togliere dal tratto urbano della Pontebbana il 15% del volume complessivo e il 100% di quello pesante) dalle strade del capoluogo, ha già cominciato a dividere. Il tracciato - l'unico rimasto delle tre ipotesi che erano state analizzate - viene salutato con favore, ad esempio, dal sindaco di Valvasone Arzene Markus Maurmair, che già ieri ha preso carta e penna e ha inviato all'assessore regionale alle Infrastrutture Graziano Pizzimenti, accanto ai propri complimenti, anche una proposta di lievi correzioni. Ma c'è anche chi, come il Pd di Roveredo, ha già sollevato più di una perplessità.


BENE, MA...
L'avvio della procedura per la realizzazione della Gronda Nord di Pordenone, «attesa da lungo tempo» viene definitiva «un'ottima notizia da Maurmair che evidenzia come «da ancor più tempo fosse atteso l'altro annuncio, riguardante la possibile costruzione del ponte sul guado di Murlis. Sono testimone diretto di quanto sia vitale quest'opera sia per il mondo economico ma anche per quello sociale - afferma -: i ponti uniscono e mai è più vero nel caso di un piccolo lembo di terra attraversato da un saltuario corso d'acqua che però ha causato, purtroppo, gravi tragedie come la morte di un mio concittadino nel dicembre del 2019».
Maurmair chiede però che nello sviluppo della progettazione venga tenuto in debita considerazione anche un altro sito prossimo al ponte sul guado di Murlis: l'incrocio disallineato tra il raccordo con la Cimpello-Sequals e le strade regionali di interesse provinciale 6 e 58: «L'incrocio - sostiene il sindaco - è molto pericoloso», luogo di numerosi incidenti, mentre - sottolinea - «è sempre pericoloso immettersi dalla 58 verso la 6 per poi proseguire in direzione della Cimpello-Sequals».


LA SOLUZIONE

Il sito, ricadente in Comune di Valvasone Arzene - ricorda Maurmair -, è già stato oggetto di una prima valutazione e progettazione realizzata dall'allora Provincia di Pordenone «e la soluzione richiederebbe un investimento contenuto con la realizzazione di una rotatoria e un tratto di strada nuova di qualche centinaio di metri (oggetto anche di un accordo con una piccola azienda prospiciente l'incrocio). Di questa proposta avevamo già parlato in occasione di un nostro incontro ma, vista l'evoluzione positiva prodotta dal Pnrr, sono a invitarla a effettuare un sopralluogo con i suoi tecnici al fine di poter consentire un'attenta valutazione così da estendere la preziosa opera della Gronda Nord anche al piccolo lembo in Comune di Valvasone Arzene».


I TIMORI DI ROVEREDO

Intanto il Circolo del PD di Roveredo ha già chiesto a sindaco e consiglieri comunali di portare con urgenza il tema della Gronda Nord in Consiglio Comunale «per conoscerne con esattezza il tracciato definito ed aprire un dibattito trasparente e pubblico su una scelta di forte impatto e di cui dovrà essere data ampia spiegazione anche per quanto concerne gli obiettivi ed il senso, non solo per Cordenons e Pordenone, ma per tutto il territorio interessato. È tempo - sostiene Renzo Liva a nome del Circolo - che il dibattito esca dalle stanze ovattate ed esclusive della politica per ritornare ad essere oggetto di partecipazione democratica, di valutazioni trasparenti dove si possa porre anche il tema dell'ambiente, dell'integrità dei territori, delle ipotesi alternative».


In particolare, il Circolo del Pd paventa il rischio «di una divisione e allontanamento di Borgo Nuovo dal proprio Comune di appartenenza, l'impatto sulla piccola comunità di Ceolini, il nuovo consumo di suolo agricolo, la vicinanza ad aree residenziali hanno la stessa rilevanza dei temi viari o di accessibilità alle zone industriali».
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Il Gazzettino