La nuova frontiera delle vacanze è sui campi, tra pecore da pascolare e viti da potare

La nuova frontiera delle vacanze è sui campi, tra pecore da pascolare e viti da potare
UDINE - Una bottiglia di vino biologico a tavola, o una tazza di latte appena munto. Dietro ai grandi prodotti dell'agricoltura c'è un lavoro a molti sconosciuto. ...

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UDINE - Una bottiglia di vino biologico a tavola, o una tazza di latte appena munto. Dietro ai grandi prodotti dell'agricoltura c'è un lavoro a molti sconosciuto.

Per avvicinare e far conoscere alle persone l'agricoltura, oltretutto non invasiva, anche in Friuli Venezia Giulia ha preso piede la rete Wwoof: aziende agricole che ospitano i cosiddetti Wwoofer, viaggiatori da tutto il mondo disposti a sporcarsi le mani di terra a cui vengono offerti vitto e alloggio.
Non è la moda di una vacanza alternativa o l'esperienza di fare i contadini gratis e nemmeno lo scambio tra un letto e un pasto caldo e un po' di manovalanza tra viti e campi, bensì l'assaggio della vita rurale.
Il movimento Wwoof è nato nel Regno Unito negli anni Settanta per sostenere, divulgare e condividere la quotidianità in campagna secondo i principi dell'agricoltura biologica. Nel 1999 Wwoof è approdato in Italia e da quasi 20 anni fa parte della realtà del Fvg. «Fino a qualche anno fa eravamo 3 o 4, oggi siamo oltre 10», spiega Luca Pantanali della fattora di Clap, un piccolo borgo rurale che si affaccia sulla pianura friulana, tra i primi ad aver aderito al movimento e che ad oggi ha ospitato una cinquantina di viaggiatori provenienti da tutte le parti del mondo e di tutte le età.
In cambio di vitto e alloggio, i wwoofers si adoperano nelle attività quotidiane tra viti da potare e pecore da pascolare, senza ricevere remunerazione, ma anche senza obblighi. Si fa quel che si può.
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Il Gazzettino