Quando meno te la aspetti, ecco la Vestager. La commissaria Ue alla Concorrenza ieri ha spiazzato tutti con una serie di dichiarazioni sulle banche italiane, che apparentemente...
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Una frase che sconcerta, perché chiama in causa pesantemente le «autorità italiane», e non si capisce bene se siano quelle politiche o quelle bancarie. Autorità che addirittura, secondo Vestager, sarebbero ancora indecise su «come queste banche dovranno andare avanti» in futuro, e la decisione «non è ancora finalizzata». Quindi «ci arriveremo più in là», ha concluso.
Se così fosse, c'è da chiedersi per quale motivo Bce, Bankitalia, Ue e Mef lunedì abbiano addirittura confermato di aver preso in esame il piano di fusione dei due istituti. La Vestager ha addirittura spiegato che l'esame del dossier Banca Mps da parte della Commissione Europea è in una fase «abbastanza avanzata» anche se non è possibile indicare una data per la sua finalizzazione, mentre Bpvi e Veneto Banca sono «ad uno stadio più preliminare perché sono banche in condizioni molto diverse. Anche per quanto riguarda solo la dimensione: Mps è una grande banca italiana, mentre la Popolare di Vicenza e Veneto Banca hanno ciascuna meno del 2% del mercato italiano, anche se hanno una grossa quota di mercato in Veneto».
Considerazioni che ha suscitato più di qualche perplessità, non solo negli ambienti delle banche venete. Ma la reazione è stata comunque cauta, nella consapevolezza che proprio dalla Vestager deve arrivare il via libero definitivo. E l'interpretazione che è stata data alla sua uscita è che si sia trattato, in sostanza, di un appello a «lasciar lavorare» la commissaria e non premere troppo sulla tempistica dopo che lunedì la Bce ha fatto chiarezza sui conti e sui fabbisogni.
«Noi - ha continuato la Vestager - applichiamo le regole stabilite dai legislatori, Consiglio e Parlamento, quando hanno deciso la legislazione sulle banche. Una delle cose che sono fattibili è fare una ricapitalizzazione precauzionale, che è un accesso limitato al capitale pubblico per le banche. Un certo numero di condizioni devono essere rispettate e questa è una delle ragioni per cui abbiamo lavorato a stretto contatto con la vigilanza. Su quella base - ha concluso -, che è un sentiero piuttosto stretto per iniettare fondi pubblici in una banca, è fattibile in accordo con la legislazione approvata da Consiglio e Parlamento. E questa è la via sulla quale abbiamo lavorato per Mps, che è abbastanza avanzata ora. Per quanto riguarda Vicenza e Veneto Banca, non siamo ancora così avanti nel processo anche perché sul versante italiano si considera come queste due banche dovrebbero andare avanti e non è ancora finalizzata la cosa. Ci arriveremo più avanti».
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Il Gazzettino