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VENEZIA - Una prova che durerà solo da fine aprile a metà luglio. Tre mesi, poco meno, in cui saranno distribuite una trentina di chiusure. Ultime limature al calendario di giornate da “bollino nero”, in cui per entrare a Venezia bisognerà prenotarsi e pagare un contributo d’accesso di 5 euro, fatta eccezione per una vasta e variegata casistica di esenzioni ed esclusioni. La delibera con l’indicazione dei giorni e della fasce orario a pagamento, attesa da settembre, da quando cioè il contributo d’accesso ha ottenuto il sofferto via libera del Consiglio comunale, ora è praticamente pronta. Il sindaco Luigi Brugnaro la porterà in giunta giovedì e, subito dopo, la illustrerà in una conferenza stampa. Passaggio cruciale in una vicenda annosa, come questa del ticket, di cui si discute ormai da cinque anni, tra rinvii, proposte riviste e correte, con l’interruzione anche per il covid. Una rivoluzione che per il prossimo anno sarà soprattutto una sperimentazione, ritenuta necessaria per intervenire in una materia complessa come quella della gestione dei flussi turistici, che muove tanti interessi.
MINI SPERIMENTAZIONE
Forse anche per questo il periodo in cui saranno distribuiti i giorni di chiusura è stato ulteriormente ridotto: da fine aprile a luglio, rispetto all’ipotesi iniziale che dal 21 marzo arrivava al 31 agosto.
IL FRONTE COMMERCIO
Giunta che si annuncia fitta di delibere strategiche, quella di giovedì. Oltre al contributo d’accesso, dovrebbe affrontare anche il blocco delle aperture di nuovi bar e ristoranti. L’assessore al commercio Sebastiano Costalonga dovrebbe portare la già annunciata delibera che bloccherà l’apertura di nuovi pubblici esercizi anche nelle isole di Murano e Burano. A Venezia, come noto, il blocco c’è già e le nuove aperture sono consentite solo con lo spostamento di licenze all’interno della stessa micro-zona. In realtà in questi anni ci sono state anche varie altre aperture, grazie a deroghe concesse a chi aveva già avviato una qualche pratica con Ca’ Farsetti. Strumento abusato, stando ai rilievi della stessa amministrazione. Per questo la delibera di dopodomani dovrebbe contenere un limite di 18 mesi alle deroghe per mettere la parola fine anche a queste aperture.
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