Novanta tartarughe nate a Scano Boa: «Cittadini, non andate in spiaggia a vederle»

Novanta tartarughe nate a Scano Boa: «Cittadini, non andate in spiaggia a vederle»
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PORTO TOLLE - Le tartarughe Caretta caretta sono nate sullo scanno del Delta del Po. La settimana scorsa è iniziata la schiusa delle uova e hanno preso il largo 90 piccole tartarughe, a fronte di una covata di circa un centinaio. L'ultima nata a seguito del monitoraggio, in corso del Dipartimento di Bca (Biomedicina Comparata e Alimentazione) dell'Università di Padova, in collaborazione con il Parco Delta del Po, la Guardia Costiera e Carabinieri Forestali, si è svolta nella giornata di venerdì con la schiusa di una piccola tartaruga di 19 grammi. Gli approfondimenti scientifici in corso, anche con il contributo di Arpav, consentiranno di valutare i dati e ottenere altre informazioni per comprendere questo fenomeno a tali latitudini.


ESPERTI AL LAVORO
Il sito del Delta, con quello di Jesolo, sono i siti di nidificazione più a nord del Mediterraneo e addirittura dell'emisfero boreale. La presenza di questi animali nel Delta del Po e in Adriatico, e il ritrovamento di soggetti spiaggiati non sono eventi eccezionali. Dagli studi realizzati in questi anni l'Adriatico è considerato come sito di accrescimento delle tartarughe marine, anche se di recente si sono registrati spiaggiamenti di adulti di grandi dimensioni e un maggior numero di femmine. Potrebbe essere indice delle variazioni delle temperature marine ma, anche, di oculate politiche gestionali intraprese.
Il successo di nascite negli scanni del Delta evidenzia come questi luoghi siano preziosi scrigni di biodiversità per l'ecosistema lagunare e marino. Proprio per tutelare specie protette e caratterizzate da spostamenti molto ampi, come la tartaruga marina (Caretta caretta) e il tursiope (Tursiops truncatus), in questi anni la Regione, con la collaborazione scientifica del dipartimento Bca dell'Università di Padova, ha permesso di pianificare interventi di tutela con il contributo e il coinvolgimento attivo dei pescatori e del Parco, che programma e realizza tutte le azioni di tutela delle specie.


«Riguardo la schiusa avvenuta sugli scanni - afferma Moreno Gasparini, presidente del Parco - si raccomanda ai cittadini di non recarsi nel sito perché si potrebbero recare danni irreparabili alle piccole tartarughe che con determinazione stanno raggiungendo il mare. Si consiglia invece di seguire l'evento in tempo reale sui canali social. Molteplici sono gli interventi da intraprendere in futuro, indispensabili per la conservazione della biodiversità e per dare spazio a un turismo sostenibile sempre più attento alle risorse naturalistiche locali. La pianificazione degli interventi sugli scanni e in generale sulla costa dovrà tener conto anche della presenza di queste specie che qui ormai nidificano con successo».

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Il Gazzettino