PERCOTO (UDINE) - Un grido d’allarme per "Il pianeta che ci ospita", firmato da Ermanno Olmi e visto all’Expo, ha aperto ieri a Ronchi di Percoto la 41....
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D’altra parte al Nonino l’età non fa certo problema, anche perchè i giurati (a loro volta mediamente piuttosto agée) in genere raggiungono nelle loro scelte un mix perfetto fra l’esperienza dei grandi maestri e l’attenzione alle esigenze dei più giovani; un equilibrio testimoniato anche ieri dalla presenza sul palco dei due grandi vecchi Lars Gustafsson (80 anni) e Alain Touraine (90, presentato come «un giovane» dal vivacissimo 94enne Edgar Morin, reduce a sua volta da una movimentata serata di danze in cui ha coinvolto Lella Costa) e dei giovani animatori di "Nati per leggere", di cui parliamo sotto.
A metà strada dal punto di vista anagrafico, ma non secondi a nessuno per competenza e passione, si collocano invece Marco Simonit e Pierpaolo Sirch, premiati col Risit d’Àur: entrambi cinquantenni e uniti dal comune amore per «l’antica arte della potatura manuale della vite», come ha annotato Ulderico Bernardi nella presentazione, per il resto i due "preparatori d’uva" friulani sono la dimostrazione vivente dell’attrazione degli opposti, tanto sono diversi per look, stazza e... capigliatura; il che non ha impedito loro di diventare i referenti dei più prestigiosi vignaioli del mondo (oltre 130 aziende fra Europa, Stati Uniti, Argentina e Sudafrica) e di creare la Scuola Italiana di Potatura della Vite con 15 sedi in tutta Italia.
Altro duetto irresistibile - giocato tutto all’insegna della creatività - quello citato fra Morin e Touraine, col primo che ha definito il secondo «pensatore del pensiero in movimento» e «sociologo antagonista che ha messo l’uomo al centro della sua riflessione», e Touraine che ha confessato in perfetto italiano di «aver l’impressione, ricevendo questo premio, di entrare in una società segreta, o forse in un gruppo di sosia di personaggi talmente famosi che non posso immaginare la loro presenza qui, nonostante l’attrattiva della miglior grappa». Aggiornatissima peraltro la sua analisi di «una società che non ha più come attività centrale la produzione di beni materiali, ma di informazioni e rappresentazioni», e in quanto tale enfatizza al massimo la soggettività individuale contro i poteri totali.
Quanto a Lars Gustaffson, Claudio Magris l’ha definito «narratore di straordinaria potenza delle grandi domande dell’uomo e dello scorrere del tempo». Il decano della letteratura svedese (edito in Italia da Iperborea), interrogato dai giornalisti sui respingimenti dei profughi deciso dalla Svezia, venerdì sera aveva difeso il suo governo: «Facile criticare - ha detto - ma non si possono lasciare le persone a dormire sui marciapiedi d'inverno».
Ad allietare i convenuti, assieme ai cori "Manos Blancas", "Artemia" e "Friuli Venezia Giulia" e il gruppo folkloristico Ermacora, anche un’esecuzione della Traviata affidata alla soprano Selma Pasternak, pronipote dell’autore del "Dottor Zivago”. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino