Francesca Guacci e l'operazione per non avere figli. Il ginecologo Jorizzo: «Intervento non appropriato per quell'età»

« I criteri di accesso condivisi per la salpingectomia a scopo contraccettivo sono l’età, che in genere va dai 35 anni in su, la situazione di salute generale, il numero di tagli cesarei già eseguiti e il numero di figli»

PADOVA - Respinta dagli ospedali padovani, cinque anni fa Francesca Guacci si è sottoposta all’intervento di sterilizzazione tubarica all’ospedale di Bussolengo...

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PADOVA - Respinta dagli ospedali padovani, cinque anni fa Francesca Guacci si è sottoposta all’intervento di sterilizzazione tubarica all’ospedale di Bussolengo (in provincia di Verona). Dall’Ulss 9 Scaligera, ad oggi, nessuno rilascia dichiarazioni per motivi di privacy e, intanto, scoppia il caso “appropriatezza”. A fare luce sul tema è il ginecologo Gianfranco Jorizzo, coordinatore nazionale del Comitato percorso nascita del Ministero della Salute e responsabile del Servizio di medicina prenatale dell’Ulss 6 Euganea.

Dottor Jorizzo perché i medici hanno contrastato la volontà della giovane?
«Nel nostro sistema sanitario tutto ruota attorno a un termine, appropriatezza: definisce la misura di quanto una scelta o un intervento diagnostico o terapeutico sia adeguato rispetto alle esigenze del paziente e al contesto sanitario. I criteri di accesso condivisi per la salpingectomia a scopo contraccettivo sono l’età, che in genere va dai 35 anni in su, la situazione di salute generale, il numero di tagli cesarei già eseguiti e il numero di figli. Questo è il consenso delle società scientifiche. È giusto sottolineare che le indicazioni sono attualmente in fase di revisione, ma sono convinto che non si abbasserà l’età».

Questo tipo di intervento viene richiesto spesso?
«Non sono grandi numeri. Nell’ultimo anno, ad esempio, in provincia di Padova sono stati eseguiti 33 interventi di sterilizzazione tubarica. Ma, come detto in precedenza, si è sempre trattato di donne con più di 35 anni e almeno uno o due figli».

Oltre ad essere richiesta a scopo contraccettivo, la salpingectomia può essere indicata a scopo preventivo per le donne ad alto rischio oncologico. É corretto?
«Sì. Il tumore al seno e quello all’ovaio possono essere accomunati dal punto di vista genetico. Quando viene proposta un’isterectomia, cioè la rimozione dell’utero, nove volte su dieci viene associata anche la salpingectomia, cioè l’asportazione delle tube. Nel 2020 in Veneto sono state eseguite 4.823 isterectomie, oltre 44mila in Italia».

Tornando al concetto di appropriatezza, se una ventenne le chiedesse di essere sterilizzata, cosa farebbe?
«Un’adeguata informazione. Le spiegherei che esistono una serie di metodi contraccettivi validi, da scegliere a seconda delle proprie esigenze, senza dover ricorrere ai rischi di un’operazione chirurgica. Intervento dal quale, tra l’altro, non si può tornare indietro. L’istinto alla pianificazione familiare nasce tra i 27 e i 35 anni, lo vediamo dall’età media delle donne che partoriscono in Italia. Se tutto ciò non bastasse, invierei la giovane paziente dallo psicologo per fare una riflessione più approfondita».

Esistono altri casi?


«La salpingectomia a scopo contraccettivo viene utilizzata anche nel caso delle persone con disabilità intellettiva grave. Ma serve comunque il consenso di un giudice tutelare, sono situazioni ben definite e circoscritte».

 

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Il Gazzettino