Via agli sgomberi, nomadi in rivolta: «Allora dateci le case»

Alcune nomadi in via Bassette
PADOVA - «Se i nomadi vogliono restare in città, si rechino in un'agenzia e affittino una casa, considerato che hanno detto di avere denaro ed i prezzi attualmente sono...

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PADOVA - «Se i nomadi vogliono restare in città, si rechino in un'agenzia e affittino una casa, considerato che hanno detto di avere denaro ed i prezzi attualmente sono anche bassi. Se chiedono una casa popolare, facciano la domanda e si mettano in fila come tutti gli altri cittadini».




Parole del sindaco Massimo Bitonci, dopo l'annuncio dato qualche giorno fa che a breve sarà sgomberato il primo dei campi rom presenti sul territorio comunale.



Alle proteste dei nomadi replica l'assessore Maurizio Saia: «Loro protestano ma più arrabbiati sono i padovani. Stiamo procedendo con delicatezza sulla questione, tenendo conto anche dei minori presenti nei campi. Ma ad un certo punto si deve procedere e ristabilire quella legalità alla quale tutti i cittadini sono tenuti».











Ma i nomadi presenti in città sembra non abbiano alcuna intenzione di lasciare i loro insediamenti. Ieri, al campo di via Bassette, a Mortise, a parlare solo le donne: il capo della comunità Elvis Seferovic era assente, gli altri uomini non hanno voluto parlare.







«Vorrei vivere in una casa, se mi danno un alloggio popolare bene. Viviamo qui da otto anni, pagavamo l’affitto del terreno, ma da tre anni non paghiamo più perché il proprietario lo rivuole - racconta Susanna Salkanovic, 31 anni otto figli piccoli - . Noi da qui non ci muoviamo se non ci danno le case popolari, qui stiamo bene».



Dello stesso parere Romina Usenovic, anche lei giovane e circondata dai figli. «Se ci mandano via, ci devono dare una casa popolare, anche se noi stiamo bene qui - spiega - . Qui siamo all'aperto, non siamo abituati a vivere al chiuso, non ci possono mandare via».



«Dal sindaco non vogliamo nulla, vogliamo solo che ci lasci qui, dove viviamo da otto anni - aggiunge Elena Seferovic - Dove possiamo andare? Su una strada? In un parcheggio? Io ho tre figli, mia madre ne ha undici. Siamo persone oneste, non andiamo in giro a rubare, i bambini vanno a scuola».





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Il Gazzettino