Bracconieri pescano nel lago con una rete di 60 metri

Bracconieri pescano nel lago con una rete di 60 metri
NOALE - Una trappola che non lascia scampo, tesa per oltre 60 metri. Dopo la volpe infilzata sull'albero, il germano reale quasi strozzato da un laccio, una rete da...

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NOALE - Una trappola che non lascia scampo, tesa per oltre 60 metri. Dopo la volpe infilzata sull'albero, il germano reale quasi strozzato da un laccio, una rete da peschereccio ora emerge nelle acque della città dei Tempesta. Rivenuta nella mattinata di domenica in un laghetto a est delle cave di Noale, esattamente in strada Spagnolo, la rete, probabilmente posizionata da alcuni bracconieri, era capace di intrappolare qualsiasi tipo di pesce, anche pesci oltre i 20 chili. A trovarla due giovani, che verso le undici di domenica, trovandosi sul posto, hanno notato che nel laghetto era stata tesa la trappola e che già cinque carpe erano state catturate. «La più grossa superava di sicuro i 10 chili - spiega Andrea Borotto - Quando ho visto questo scenario mi si è spezzato il cuore e così abbiamo chiamato la Polizia Provinciale che ha attivato le Guardie della Lipu. Poi abbiamo liberato le carpe e abbiamo raccolto le reti».




Stupore e sbalordimento anche per il responsabile delle guardie Lipu, Marco Tonin: «In tanti anni che faccio il guardiapesca - spiega Tonin - non avevo mai visto niente del genere. In questi laghetti si può pescare, ce ne sono alcuni in cui vige il divieto all'interno dell'Oasi ma qui la pesca è consentita, ovviamente però non con questi mezzi». La legge regionale che disciplina l'esercizio della pesca nelle acque interne della regione Veneto infatti parla chiaro e sanziona chiunque collochi "nei corsi o bacini d'acqua pubblica apparecchi fissi o mobili che impediscono il passaggio di animali acquatici (legge regionale 28 aprile 1998, n. 19 ndr).



«È chiaro che con quei mezzi non si può pescare - dichiara Tonin - tutto questo è grave e occorre denunciare questi atti di bracconaggio. Ringrazio questi solerti e attenti giovani che hanno permesso la liberazione delle carpe e hanno denunciato questi atti aiutando le autorità».



La Lipu che è presente nel territorio con una quindicina di guardie ittico-venatorie e zoofilo-ambientali, presta il suo aiuto nel recupero di fauna selvatica in difficoltà. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino