Oss No Vax: a casa senza stipendio i 6 operatori della casa di riposo

La casa di riposo
BELLUNO - A casa senza stipendio. Capitolo chiuso per i 6 operatori socio-sanitari della Gaggia-Lante Sersa di Belluno contrari al vaccino anti-covid. La decisione è stata...

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BELLUNO - A casa senza stipendio. Capitolo chiuso per i 6 operatori socio-sanitari della Gaggia-Lante Sersa di Belluno contrari al vaccino anti-covid. La decisione è stata ufficializzata ieri dal medico competente della struttura e inviata ai dipendenti tramite raccomandata. L'aspettativa non retribuita scatterà martedì per i primi due oss. Ma, a cascata, raggiungerà anche tutti gli altri. «Con loro, forse, abbiamo temporeggiato troppo commenta il direttore Paolo Piazza . Cercando di proporre incontri per fargli cambiare idea. Il governo, ora, ha rinforzato quello che già pensavamo». 


LA LEGGE

Il nuovo decreto aprile, approvato giovedì dal Consiglio dei ministri, introduce all'articolo 4 l'obbligo di sottoporsi al vaccino anti-covid per medici, infermieri, oss e farmacisti «al fine di tutelare la salute pubblica e mantenere adeguate condizioni di sicurezza nell'erogazione delle prestazioni di cura e assistenza». Sono escluse le persone che hanno patologie specifiche. Chi rifiuterà il vaccino sarà spostato di mansione oppure lasciato a casa senza stipendio. Alla Gaggia-Lante Sersa di Belluno gli operatori socio-sanitari contrari al vaccino erano 9. La quasi totalità (cioè 8) ha fatto ricorso contro la struttura ma il 19 marzo scorso il giudice del lavoro del Tribunale di Belluno Anna Travia l'ha rigettato. Nel frattempo due di loro si sono licenziati e uno ha deciso di vaccinarsi. Ne rimangono 6 che erano stati messi in aspettativa retribuita. La Gaggia-Lante Sersa si era presa una settimana per decidere se collocarli in altra mansione o se lasciarli a casa senza stipendio. Ieri è stata scelta la seconda opzione. «È chiaro che, a queste condizioni, non possono assistere gli ospiti chiarisce il direttore Paolo Piazza . L'unica area possibile dove collocarli era quella amministrativa, ma ci vogliono delle competenze che loro non hanno. Quindi a partire da oggi (ieri, ndr) stiamo inviando le raccomandate per avvisarli della decisione presa». Gli operatori socio-sanitari hanno avuto tre mesi per pensarci. Il dialogo con la struttura è iniziato a gennaio. Sono seguiti incontri su incontri con professionisti e, tuttavia, non hanno mai cambiato idea. Ora le regole sono cambiate.

 
I NUMERI

Entro 5 giorni dall'entrata in vigore del decreto aprile gli ordini professionali e tutti i datori di lavoro del personale interessato dovranno trasmettere l'elenco dei propri iscritti o dipendenti alla Regione che, a sua volta, verificherà lo stato vaccinale di ciascun soggetto: chi non risulterà vaccinato o già in lista per vaccinarsi sarà segnalato alla relativa azienda sanitaria. «In relazione a quella norma specifica il medico competente dell'Ulss 1 Maria Cristina Targon posso affermare che la percentuale di adesione complessiva alla vaccinazione anti-covid risulta ad oggi pari circa al 95% del personale sanitario totale». Rimane fuori un 5% in cui ci sarebbero persone che hanno controindicazioni sanitarie temporanee. «I professionisti sono impegnati a fornire costante informazione relativamente al percorso vaccinale continua la dottoressa Questo approccio ha finora prodotto una progressiva adesione all'offerta che si ritiene aumenterà, anche alla luce del nuovo decreto». A chiunque decida di vaccinarsi, tra il personale sanitario che ancora non l'ha fatto, viene garantita l'immediata disponibilità di vaccino. «Questa Azienda conclude Maria Cristina Targon ha previsto anche un coinvolgimento di settori interessati (medico competente, direzioni delle macro aree Ospedale, Distretto e Dipartimento di prevenzione, Affari Generali e Legali) coordinati dalla direzione sanitaria per procedere alla contestualizzazione della normativa». 

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Il Gazzettino