No vax al lavoro, la scuola si spacca. I sindacati: «Disparità e malumori tra chi si è vaccinato»

Lezione in una scuola primaria
Se nei prossimi giorni non ci saranno dei chiarimenti da parte del ministero sul provvedimento che prevede il rientro a scuola dei docenti no-vax sospesi negli istituti rischia...

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Se nei prossimi giorni non ci saranno dei chiarimenti da parte del ministero sul provvedimento che prevede il rientro a scuola dei docenti no-vax sospesi negli istituti rischia davvero di esserci il caos. Sono diverse le cose che, sia i dirigenti scolastici che le organizzazioni sindacali, chiedono vengano chiarite. In particolare sul ruolo che i professori non vaccinati (e che per questo erano stati sospesi senza stipendio) dovranno avere al proprio rientro visto che non possono tornare in cattedra a fare lezione ai propri alunni. C’è poi da capire se sarà ricompreso anche il personale tecnico e amministrativo: il decreto parla di “personale docente”, dunque gli Ata sembrerebbero esclusi dal rientro. E poi ancora dubbi sul “prolungamento” dei periodi di copertura da parte dei supplenti che fino a oggi hanno sostituito gli insegnanti no vax rimasti a casa.

LA CONFUSIONE
Dopo i presidi - che hanno sollevato un problema anche di gestione pratica del personale in rientro, oltre al nodo sulla mansioni che dovrebbe svolgere - è il sindacato del personale scolastico che sottolinea “l’ambiguità e la poca chiarezza” del decreto. Senza contare che già si registrano molti malumori tra gli stessi insegnanti che hanno svolto l’intero percorso vaccinale e tra chi - magari perché ha contratto il Covid alcuni mesi fa - è in attesa della terza dose e alla luce delle nuove regole si pone qualche dubbio. «I docenti sono pagati dallo Stato per insegnare. Con questo provvedimento - va subito al sodo della questione la segretaria della Cisl Scuola del Friuli occidentale, Antonella Piccolo - non si capisce affatto che cosa dovrebbero fare gli insegnanti che erano a casa sospesi in quanto non vaccinati. Non possono rientrare in classe, dove dovrebbero rimanere i supplenti che fino a oggi li hanno sostituiti. Auspichiamo - sottolinea la sindacalista - che il ministero chiarisca molti passaggi applicativi anche in termini di utilizzo e trattamento del personale non vaccinato. Le soluzioni indicate nel provvedimento così com’è rischiano di creare difficoltà e disparità di trattamento tra chi si è regolarmente sottoposto alla vaccinazione, in molti casi non a cuor leggero ma assumendosi le responsabilità, e chi invece non lo ha fatto». E infatti già si registrano molti malumori tra gli stessi docenti che sono sempre rimasti in classe sottoponendosi all’obbligo vaccinale previsto. «Obbligo che - aggiunge Piccolo - è entrato in vigore tre mesi fa, non tre anni fa. E obbligo che continua fino al 15 giugno». Si capisce dunque perché il provvedimento sul rientro dei no-vax fosse del tutto inaspettato e rischia di portare il caos nelle classi. Da una parte resta l’obbligo vaccinale delle tre dosi, dall’altro si fanno rientrare i non vaccinati solo con il Green pass base, cioé con il tampone. In un momento in cui i contagi risalgono». Si annuncia perciò una settimana piuttosto movimentata nella scuola.

RISCHIO DISPARITÀ


«Dopo i due anni che la scuola ha attraversato - sottolinea Mario Bellomo, Cgil-Scuola di Pordenone - questo provvedimento creerà ulteriori difficoltà e confusione. L’indicazione che viene data sul ruolo dei docenti che rientreranno non è per nulla chiara. Si parla di supporto ai colleghi, ma è davvero difficile immaginare che cosa gli insegnanti rientrati potranno fare. Va poi chiarito l’aspetto dei supplenti e se viene ricompreso il personale Ata, di cui nel decreto non c’è cenno». Come sottolineato dai presidi c’è il rischio che i prof sospesi in quanto non-vax tornino a scuola (con tanto di reintegro dello stipendio) senza sapere bene cosa dovranno fare. «È poi a dir poco paradossale - come sostiene la responsabile dell’Associazione dei presidi Fvg, Teresa Tassn Viol - che i soldi usati per pagare i supplenti dei no-vax, che ora rientrerebbero a fare non si sa cosa, siano tolti dalle risorse economiche previste per valorizzare i docenti che hanno sempre lavorato».

 

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Il Gazzettino