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PADOVA - L'argine si è rotto e l'Azienda ospedaliera fa scattare il nuovo piano d'emergenza. I diciassette posti-letto della Terapia intensiva di via Giustiniani non bastano più e così è stata immediatamente aperta una nuova Rianimazione Covid anche al Sant'Antonio che conta già i primi due pazienti in gravi condizioni. È l'effetto del nuovo picco di ricoveri registrato a Padova nell'ultimo fine settimana: cinque persone, tutte non vaccinate, intubate dopo esser state colpite dal virus. Si teme un progressivo peggioramento da qui a Natale e per questo il piano è flessibile: il nuovo reparto del Sant'Antonio potrà essere ampliato settimana dopo settimana fino ad arrivare eventualmente a 18 posti-letto, come accadeva un anno fa nel periodo più buio e più duro della pandemia. Entrambi i reparti di Rianimazione sono diretti dal dottor Ivo Tiberio.
I NUMERI
Rispetto al 2020 la presenza dei vaccini sta sicuramente consentendo all'Azienda ospedaliera di reggere meglio e l'attività ordinaria può proseguire senza sosta, ma intanto i numeri sono lì a dimostrare che l'onda d'urto del virus è ancora molto pesante. Attualmente i pazienti vengono accolti anche alla terapia semintensiva, alla Clinica medica terza, al reparto di Malattie infettive e nei due reparti di Geriatria.
IL DIRETTORE
«Stiamo attuando il piano che abbiamo prudentemente predisposto già da alcune settimane quando l'ipotesi di un boom di contagi era lontana - - spiega il direttore generale Giuseppe Dal Ben - Oggi la situazione è completamente diversa e ci troviamo purtroppo a fronteggiare un'ondata sempre più crescente che impegna maggiormente le strutture sanitarie: solo quindici giorni fa avevamo metà dei ricoverati». Dopo la premessa, ecco il messaggio netto. «La maggior parte di nuovi ricoveri nelle terapie intensive è di persone non vaccinate che entrano in ospedale già in gravi condizioni. Sono persone che, Covid a parte, spesso non hanno gravi malattie. Con il vaccino avrebbero evitato in primis di ammalarsi, ma anche a far ritornare gli ospedali in una situazione che speravamo di poter non rivedere. Non è accettabile - insiste Dal Ben - continuare a vedere manifestazioni e sfide aperte da parte di persone che rifiutano il vaccino non preoccupandosi nel contempo del contagio. Queste persone rifiutano anche l'evidenza che il loro comportamento sta rischiando di nuocere a tanti cittadini che devono poter accedere alle cure ospedaliere. Cure che, se quest'ondata continuerà, rischiano di rendere inevitabile la contrazione delle prestazioni ospedaliere, quantomeno per l'attività programmata per i casi non urgenti». Il concetto del dg è chiaro: le responsabilità sono di una minoranza ma le conseguenze sarebbero per tutti. Dal Ben chiude con l'appello: «Ognuno di noi, a casa e all'aperto, deve porre in atto ogni misura necessaria per limitare il diffondersi del Covid. Rinunciamo ai luoghi affollati, evitiamo i comportamenti a rischio, usiamo la mascherina in ogni occasione, non solo quando richiesto dalla normativa».
IN PROVINCIA
Apprensione e nuovi piani d'emergenza pronti a scattare anche negli ospedali dell'Ulss Euganea in provincia. Oggi i ricoverati sono 33 a Schiavonia (7 gravi), 5 a Piove di Sacco (3 gravi), 12 a Cittadella (4 gravi) e uno a Camposampiero.
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