No vax, le minacce sul web: «Boicottiamo i locali che chiedono il green pass»

Aggressione a un giornalista a Roma
PADOVA - «Chiede il Green pass, boicottatelo con recensioni negative». Questo è l'ordine che viene dato nel gruppo Telegram nato lo scorso 18 agosto,...

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PADOVA - «Chiede il Green pass, boicottatelo con recensioni negative». Questo è l'ordine che viene dato nel gruppo Telegram nato lo scorso 18 agosto, Veneto Boicottaggio, che per ora raccoglie 193 iscritti. Sono 25 i locali già finiti nel mirino dei No pass, tra ristoranti, bar, gelaterie e palestre di tutto il Veneto: 5 padovani, uno a Treviso, 7 veronesi, 4 bellunesi, 5 vicentini, 2 veneziani e uno in Polesine. Il canale nasce da una costola di Basta Dittatura, gruppo riunitosi su Telegram dai toni più accesi rispetto a Veneto No Green Pass, entrambi animatori del mondo No pass, e da Io Apro, canale nato lo scorso marzo in occasione dell'iniziativa per cui diversi locali hanno effettuato servizio all'interno anche se in quel momento non era permesso, in segno di protesta per la gestione della pandemia.



L'obiettivo del canale Veneto Boicottaggio è creare una lista di tutti quei posti dove viene richiesto il Green pass (obbligatorio per gli esercizi pubblici al chiuso e per le palestre dal 6 agosto) e scrivere recensioni negative su internet per fare cattiva pubblicità. Una sorta di dispetto. «La Fipe si è già mossa. Queste iniziative sono pura cattiveria - commenta Filippo Segato, segretario della padovana Appe - C'è un accordo con Tripadvisor per cui gli esercenti segnalano a noi recensioni negative che hanno come oggetto il Green pass e a nostra volta giriamo tutto al sito. Sono già state rimosse in tutta Italia numerose recensioni sul tema e sono stati congelati alcuni profili. È un fenomeno che si sta diffondendo anche in Francia ed è davvero senza senso, non è corretto».

L'ATTACCO
I No pass hanno già cominciato a colpire a suon di clic. Un utente di Tripadvisor, Liberi Pensatori, ha recensito Nel Canton Different Cafè di Affi, provincia di Verona: «Mi dicono che chiedete il Green pass. Non avete ancora capito che è uno strumento studiato per farvi perdere altro fatturato (un buon 40%) scrive Dopo 18 mesi tra lockdown e restrizioni adesso col Green pass non ci sarà la ripartenza ma l'epilogo di un fallimento annunciato a vantaggio dei grandi gruppi multinazionali. Schieratevi col popolo, siete ancora in tempo. Buona fortuna». Alla recensione, l'utente ha dato il titolo: «State per fallire». Non è stato risparmiato nemmeno il locale Strada Facendo di Padova dove lavorano richiedenti asilo, uno dei tanti progetti solidali di don Luca Favarin. Il motivo lo spiega direttamente il parroco: «Qual è il problema? Cibo, servizio, progetti sociali? No. Il fatto che il ministro Speranza sarà ospite di una festa che si tiene nei nostri locali in occasione di Pane e rose, manifestazione di Articolo Uno». 

LE REAZIONI
Una notizia, quella della creazione di questa lista di boicottaggio, che non fa certo piacere ai ristoratori. «È imbarazzante allarga le braccia Simon Angjele, titolare del Più Trentanove a Noventana, provincia di Padova Non ho tempo né voglia di star dietro anche ai no vax. Al telefono qualcuno si è lamentato ma se il governo impone delle regole le rispetto. Posso storcere il naso perché creano difficoltà, ulteriore lavoro, ma sono regole. Già stiamo tutti lottando per restare a galla, mi domando perché ci si debba comportare così». Andrea Tiozzo, titolare del Lago Verde a Torreglia sui Colli Euganei, è lapidario: «O si vaccinano o mangiano fuori, non mi interessano le loro proteste. Finora non abbiamo avuto problemi anche perché con 5 ettari di prato e il bel tempo si resiste all'esterno. Però ogni tanto capita qualcuno che vuole mangiare all'interno a tutti i costi senza avere il Green pass. Sembra quasi una presa di posizione. È difficile da gestire, devi controllare il Qr code ma non i documenti, il codice possono passarselo e già abbiamo una situazione complicata da affrontare. Delle loro convinzioni non mi interessa, noi qui rispettiamo le regole».


Le associazioni di categoria si schierano al fianco degli esercenti. «Le istituzioni dovrebbero intervenire, è vessatorio sostiene Nicola Rossi, presidente di Confesercenti Veneto Centrale I locali applicano una legge, non è che abbiano scelta. È un problema grave, si politicizza tutto ma questo è un problema sanitario, non è né di destra né di sinistra. È grave che si arrivi a queste contrapposizioni politiche sulla sanità. Sono molto preoccupato». Le considera minacce Patrizio Bertin, presidente di Confcommercio Veneto: «Con queste minacce ci facciamo del male tra noi. Non vedo positivamente queste prese di posizione estremiste, cosa dovrebbe fare un ristoratore? Rischiare una multa perché un cliente non vuole vaccinarsi o farsi il tampone per avere il Green pass? Con tutto quello che già abbiamo perso con le chiusure? Ricordo che dentro un locale ci sono anche dei dipendenti ed è una situazione pericolosa pure per loro perché se l'attività dovesse chiudere queste persone si trovano senza lavoro. Tuteliamo il lavoro». 
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Il Gazzettino