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TREVISO - Continua a a dire di non essere un no vax, di non avere nulla contro i vaccini, ma intanto manda all'Usl 2 un certificato firmato da un medico di famiglia con cui, in buona sostanza, motiva il perché non intende vaccinarsi: per motivi di salute. È un duello fatto di mosse e contro-mosse quello tra Riccardo Szumski, il sindaco/medico di Santa Lucia di Piave e i vertici dell'Usl. Francesco Benazzi, direttore generale dell'azienda sanitaria, ha avviato un provvedimento nei suoi confronti per chiarire, sostanzialmente, due questioni: perché non si sia ancora vaccinato come invece l'Usl ha chiesto a tutto il personale sanitario; spiegare le prese di posizione estremamente critiche esposte in pubblico contro la gestione della pandemia. Di risposte però ne sono arrivate ben poche.
IL DUELLO
Benazzi, al di là delle uscite provocatorie fatte da Szumski soprattutto in occasione dell'incontro organizzato a Conegliano, dove un centinaio di persone sono state multate e denunciate per essersi presentate senza mascherina e senza rispettare le basilari misure di sicurezza, vuole chiarezza sul vaccino.
IL DOCUMENTO
E così, nei giorni scorsi, all'Usl è arrivato un certificato medico che spiega perchè il sindaco di Santa Lucia non si sia ancora vaccinato. Si tratta di un documento firmato da un collega di Szumski, anche lui medico di famiglia, in cui si spiega che il primo cittadino qualche anno fa ha avuto un problema di salute per cui oggi sarebbe da valutare se sia il caso di sottoporsi o meno al vaccino. Non viene detto esplicitamente che Szumski non si può vaccinare, ma viene più che altro chiesto all'Usl di valutare, visti i problemi affrontati in passato, se sia il caso di procedere col vaccino oppure no. Insomma: il medico/sindaco rilancia la palla nel campo avversario.
LA PROVOCAZIONE
Intanto non molla. Dalla sua pagina Facebook, Szumski rilancia altri dubbi, aggiungendo provocazioni a provocazioni. Questa volta punta il pass vaccinale tirando in ballo il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dicendo che ha firmato «il primo passo per l'istituzione del Tso di massa». E dopo aver ricordato che la vigilanza sull'obbligo vaccinale viene così messa in mano ad «coloro i quali gestiscono un albergo, una struttura ricreativa, obbligati a tenere un registro dei loro ospiti e frequentatori, pena sanzioni pesantissime nei loro confronti», conclude col botto alzando ancora di più il tiro: «Una volta terrorizzati a puntino, dal pass ai campi di detenzione o rieducazione è un battito di ciglia».
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Il Gazzettino