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PORDENONE - Dopo essere stata a lungo una militante no-vax, aveva deciso: si sarebbe vaccinata. Per lavorare senza la necessità di fare continuamente i tamponi, più che altro. Ha prenotato il suo posto, in netto ritardo rispetto alla stragrande maggioranza della popolazione, e all'orario previsto è arrivata al centro vaccinale. Una volta giunta al momento chiave, però, si è scagliata proprio contro chi doveva iniettarle la dose dell'antidoto. Ed è stato il caos.
I FATTI
Il caso fa riferimento a circa tre settimane fa. È avvenuto in provincia di Pordenone ai danni di un'infermiera in pensione che però da quasi due anni ha scelto di mettersi a disposizione della sanità pubblica per fronteggiare l'emergenza.
VIOLENZA
«Mi ha detto che almeno guardandomi in faccia avrebbe saputo con chi prendersela in caso di eventi avversi dovuti alla vaccinazione. Si è messa anche a fotografare tutta la documentazione». La risposta però non è stata da meno: «Le ho detto - ha spiegato l'infermiera in pensione - che avrei saputo io a chi riferirmi per rendere noto il suo atteggiamento». Alla fine l'iniezione è andata in porto e gli animi si sono calmati.
Ma il caso ora sarà portato all'attenzione dei vertici dell'Azienda sanitaria del Friuli Occidentale. Potrebbe esserci anche una coda legale, dal momento che la donna protagonista dell'aggressione risulta facilmente identificabile tramite le liste di prenotazione e la documentazione. Non è la prima volta che si assiste ad episodi intimidatori ai danni dei sanitari, considerati eroi all'inizio della pandemia e oggi sempre più nel mirino dell'ala più oltranzista dell'universo contrario al Green pass e spesso alla vaccinazione in sé.
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Il Gazzettino