L’Usl avvisa gli operatori no vax: in 800 a rischio sospensione, due settimane per vaccinarsi

PUNTO VACCINAZIONE ANTICOVID19
TREVISO Sono 792 gli operatori della sanità No-vax in servizio nel trevigiano. Adesso scatta la stretta: da domani riceveranno una diffida formale da parte dell’Usl...

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TREVISO Sono 792 gli operatori della sanità No-vax in servizio nel trevigiano. Adesso scatta la stretta: da domani riceveranno una diffida formale da parte dell’Usl della Marca. E se non si vaccineranno contro il coronavirus, tra due settimane verranno sospesi, almeno fino alla fine dell’anno, con il relativo taglio dello stipendio. Si tratta di medici, infermieri e oss che lavorano all’interno di ospedali, case di riposo e strutture territoriali, sia pubbliche che private, che non hanno risposto alla raccomandata con la quale l’Usl ha chiesto conto della mancata vaccinazione anti-Covid, obbligatoria per il personale sanitario.

LE LETTERE

Nell’ultimo mese l’azienda sanitaria aveva inviato esattamente 3.698 comunicazioni: 1.999 via posta elettronica certificata e 1.699 tramite raccomandata. «In 792 non hanno risposto. Significa che non hanno intenzione di vaccinarsi – fa il punto Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl trevigiana – entro domani verranno diffidati. Avranno dieci giorni di tempo per rispondere. Dopodiché potranno vaccinarsi in tre giorni. Se non lo faranno, scatterà inevitabilmente la sospensione». Assieme alla segnalazione all’Ordine dei medici e all’Ordine delle professioni infermieristiche di Treviso per l’eventuale apertura di procedimenti disciplinari a loro carico.

LA SFIDA

L’Usl della Marca gestirà direttamente la partita dei propri dipendenti e quella dei medici di famiglia e dei pediatri di libera scelta. Per quanto riguarda le case di riposo e le altre strutture private, invece, l’azienda sanitaria segnalerà ai rispettivi datori di lavoro chi non è in regola con l’obbligo vaccinale anti-Covid. Qualcuno si è preso avanti. È il caso della rsa Villa Belvedere di Crocetta che ha già sospeso sei operatori non vaccinati, a casa da aprile senza stipendio. Queste ultime decisioni sono state confermate anche dal giudice del lavoro di Treviso, che ha respinto tre ricorsi presentati dagli stessi lavoratori. Mentre tutte le altre strutture stanno appunto attendendo l’elenco di chi non ha voluto vaccinarsi per poi procedere, su questa base, con le relative sospensioni dal lavoro. Nel frattempo continua l’attività della commissione ad hoc istituita dall’Usl, presieduta dal direttore sanitario Stefano Formentini, impegnata a vagliare i certificati medici inviati da 160 operatori della sanità in risposta al primo giro di raccomandate spedite dall’azienda sanitaria. L’obiettivo è verificare l’effettiva presenza di un problema di salute che sconsigli la vaccinazione anti-Covid.

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Il Gazzettino