Affitti, stranieri rifiutati a Padova? Si accende il dibattito. Le associazioni: «Sì, 50 casi». Le agenzie: «No, zero lamentele»

Dopo due casi di denunce di discriminazione razziale in città si accende il dibattito

Padova, difficoltà per gli stranieri a trovare casa
PADOVA - L'emergenza abitativa si fa sempre più sentire. Dopo le proteste per gli sfratti e per le difficoltà degli studenti, negli ultimi giorni è...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

PADOVA - L'emergenza abitativa si fa sempre più sentire. Dopo le proteste per gli sfratti e per le difficoltà degli studenti, negli ultimi giorni è scoppiato un altro caso: quella legato alle presunte discriminazioni razziali nei confronti di persone di origine straniera che cercano casa. Due testimonianze in due giorni: prima la ragazza italiana che denuncia al sindaco Giordani di sentirsi respinta per il proprio cognome tunisino e poi il noto videomaker ucraino Matt Evans che conferma tutto a racconta al Gazzettino: «Pago le tasse in Italia da anni e in tv vengo presentato come una star ma a Padova fatico a trovare un appartamento».

Razzismo si o no?

Ma in città ci sono davvero discriminazioni razziste per chi cerca casa? Sul tema si assiste a posizioni differenti. «Noi razzisti? Assolutamente no» dicono i proprietari delle abitazioni. «Noi razzisti? Mai, facciamo ciò che ci dicono i proprietari e spesso siamo noi a convincerli se loro sono diffidenti» aggiungono i titolari delle agenzie. «Casi di discriminazione razzista? Assolutamente sì, una cinquantina da inizio» rispondono invece gli sportelli sociali impegnati sul tema. La rappresentante della categoria per conto di Ascom, Silvia Dell'Uomo, scuote la testa: «Padova per le sue caratteristiche si confronta da sempre con la multietnicità. Il razzismo è in capo al singolo individuo ed è al massimo il proprietario di casa che dà indicazioni agli agenti immobiliari. Gli agenti immobiliari sono mediatori e se il cliente dimostra di avere tutte le carte in regola che sia straniero non ha importanza. Poi esiste ancora la proprietà privata e sono i proprietari di casa a decidere. Ci tengo a sottolinearlo: chi dice che le agenzie immobiliari sono razziste è in malafede, anzi spesso sono le agenzie che parlando con il proprietario di casa lo convincono ad affittare nonostante abbia qualche diffidenza».

L'associazione Uppi, che tutela i piccoli proprietari di immobili in città, nega atteggiamenti razzisti da parte dei proprietari ed evidenzia che l'unica cosa fondamentale è la garanzia di solvibilità. «Nella nostra sede non sono mai pervenute lamentele di casi di razzismo - afferma Pier Roberto Barbiero di Uppi Padova -. Un contratto di locazione non può essere influenzato da motivazioni razziali o religiose, tra i soci di Uppi son tantissimi quelli che affittano da sempre a stranieri e ci sono anche soci extracomunitari».

I casi

A denunciare apertamente i casi di discriminazione sono invece le realtà come lo sportello sociale di via Bajardi. A tal proposito l'ex assessora Daniela Ruffini ricorda: «Seguiamo diversi casi del genere e quando abbiamo tutti gli elementi che attestano discriminazioni razziali denunciamo. Da inizio anno abbiamo avuto una cinquantina di segnalazioni di questo tipo e a Padova la tendenza a diffidare degli stranieri non è certo una novità». Le fa eco Cesare Ottolini, segretario di Unione Inquilini: «Molte famiglie con cognome esotico vengono escluse a prescindere da agenzie e proprietari, spesso anche quando hanno tutte le garanzie di solvibilità». Se questa tendenza sarebbe quindi da tempo presente in città, certamente con l'emergenza abitativa le difficoltà per gli stranieri aumentano. Per trovare alloggio è indispensabile dare al proprietario di casa garanzie di solvibilità, mentre gli universitari possono garantirla tramite i genitori per tanti extracomunitari risulta più difficile fornire tali garanzie. Filippo Grendene dello Sportello sociale Catai denuncia questa situazione: «L'emergenza abitativa è sistematica ed assume innegabilmente connotati di discriminazione razziale, velati dalla difficoltà economica: le famiglie di migranti spesso sono monoreddito e si vedono rifiutare l'alloggio perché non offrono garanzie. Come sportello sociale cerchiamo di mediare, personalmente mi sono trovato a far da garante per una famiglia bengalese che altrimenti non avrebbe trovato casa».

 

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino