Al night club "Andiamo" di Villach con i fondi delle scuole

L'ex centro Ipea di San Donà
PADOVA - L’ex europarlamentare Iles Braghetto ieri mattina, davanti ai giudici del Tribunale collegiale, ha incassato l’intervenuta prescrizione per tutti i reati a...

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PADOVA - L’ex europarlamentare Iles Braghetto ieri mattina, davanti ai giudici del Tribunale collegiale, ha incassato l’intervenuta prescrizione per tutti i reati a lui contestati. Era stato accusato di non avere utilizzato in maniera corretta gli ingenti contributi erogati dalla Regione per lo svolgimento di corsi professionali dedicati a estetiste e parrucchiere. 



Imputato c’era anche Marco Spiandorello, 54 anni, residente in città, e pure per lui le accuse di malversazione ai danni della Regione, falsa autocertificazione e calunnia sono andate prescritte. Il presidente del Collegio, Vincenzo Santoro, dopo la camera di Consiglio, in aula ha detto «Ahimè c’è la prescrizione...». In piedi è rimasto solo il reato di accesso abusivo del sistema informatico a cui dovranno rispondere Spiandorello e Giuseppe Turi, 65 anni e residente a Padova. 

A VILLACH
Ieri è andata in scena anche la testimonianza di un inquirente, un maresciallo della Guardia di Finanza. Il militare ha raccontato di due carte di credito intestate alle associazioni Ipea e Agenzia formazione lavoro, in uso a Braghetto e Spiandorello, e accettate in più di una occasione nel night club “Andiamo” di Villach in Austria. 
Tra il 2011 e il 2014 quella in uso a Spiandorello sarebbe stata utilizzata per 12 volte, quella in uso a Braghetto cinque. Ma non c’è la prova che le due carte siano state sfruttate proprio dall’ex europarlamentare e dal 54enne. Intanto la difesa di Braghetto, rappresentata dal legale Paolo Marangoni, nella prossima udienza fissata per il 9 di novembre, potrebbe presentare una memoria difensiva per ottenere il proscioglimento da tutte le accuse. 

I FATTI 
Il terzetto era stato rinviato a giudizio per la presunta “allegra” gestione del Centro di formazione professionale Ipea di San Donà di Piave rappresentato dall’avvocato Andrea Sanguin, e dell’Agenzia Formazione Lavoro, con sede a Padova. Secondo l’accusa Braghetto, 68 anni, e Spiandorello, nelle vesti di legale rappresentante e amministratore di fatto delle due agenzie, non avrebbero utilizzato in maniera corretta gli ingenti contributi erogati dalla Regione: 3,7 milioni di euro al Centro I.P.E.A. e 3 milioni all’Agenzia Formazione Lavoro tra il 2011 e il 2014. 

Le risorse non sarebbero state adoperate per la gestione della scuola ma per spese personali. Braghetto e Spiandorello avrebbero poi certificato il falso mettendo nero su bianco la circostanza che l’ente non aveva commesso violazioni in materia di contributi previdenziali ed assistenziali in favore dei lavoratori e di obblighi relativi al pagamento delle imposte.
 

 

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Il Gazzettino