Senza biglietto, lo fa scendere: ​20 giorni al capotreno, 15 al furbetto

I casi di migranti che viaggiano senza biglietto sono all'ordine del giorno per i controllori
BELLUNO - Il nigeriano che il 12 novembre 2014 viaggiava con un biglietto scaduto sul treno Belluno-Padova ieri è stato condannato a 15 giorni di arresto per non aver...

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BELLUNO - Il nigeriano che il 12 novembre 2014 viaggiava con un biglietto scaduto sul treno Belluno-Padova ieri è stato condannato a 15 giorni di arresto per non aver voluto fornire le proprie generalità al controllore. La condanna di ieri è l'altra faccia della stessa medaglia, quella che il 17 gennaio scorso ha visto condannare a 20 giorni di reclusione il controllore accusato di violenza privata contro l'immigrato portoghese, fatto scendere a Santa Giustina.


 Anyanwu Festus Amaechi, 45 anni, espulso dall'Italia per altri motivi, è stato al centro di un processo che ha scatenato un convoglio di rabbia e polemiche seguite proprio alla condanna del capotreno trevigiano Andrea Favaretto, 51 anni, residente a Selvazzano (Pd) "colpevole" di averlo fatto scendere a Santa Giustina buttandogli fuori dalla carrozza anche il bagaglio.

Anzi, per il capotreno il giudice ha disposto la trasmissione degli atti alla Procura affinché valuti la possibilità che abbia anche abusato del proprio potere. Insomma, contro di lui potrebbe scattare un nuovo processo, stavolta per abuso d'ufficio. Un incubo. I fatti sono stati ricostruiti ieri in aula da un collega di Favaretto, Carlo Terrin. Era stato lui il primo a scoprire che Anyanwu viaggiava senza biglietto. «Non volle nemmeno darmi le generalità - ha raccontato -. Mi disse che ero il solito razzista rompic... stronzo. Scese dal treno dicendomi che avrebbe preso quello successivo. Decisi così di avvisare il collega, in modo che avesse chiara la situazione».


E così accade. Favaretto si avvicina al passeggero e chiede il biglietto, ma il nigeriano continua a parlare al telefono e gli  fa cenno di aspettare. Favaretto insiste, ma senza esito. A quel punto, come da regolamento, lo fa scendere e scarica anche i suoi bagagli. Ma proprio per questo finisce sotto accusa per violenza privata, nonostante il nigeriano lo avesse aggredito mettendogli anche le mani addosso. L'episodio fa scattare un maxi-ritardo sul tutta la linea. Ad un certo punto Amaechi tira fuori un biglietto, ma è validato alle 20.10 mentre il treno era partito alle 20.06. I conti non tornano. In piedi c'è anche un procedimento per lesioni e minacce contro il nigeriano, che però è irreperibile. Della condanna a 15 giorni non saprà certo che farsene. Intanto, sui treni, la storia si ripete. Ogni giorno.


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Il Gazzettino