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MESTRE - L’idea era ottima: organizzare un incontro via web con una grande scrittrice italiana, Dacia Maraini, centrato sul suo libro “Corpo felice” per parlare con i ragazzi - una quarta classe del liceo Stefanini di Mestre - della percezione e dell’accettazione del proprio corpo e della propria persona. Ma, dopo averlo proposto ai genitori, l’appuntamento è saltato con un laconico messaggio: “L’incontro con l’autrice purtroppo non ci sarà perché tutta la classe avrebbe dovuto acquistare il libro tramite la società organizzatrice”. E in classe è partita la rivoluzione, mentre la diretta interessata, Dacia Maraini, chiarisce di non sapere nulla dell’intera vicenda: «Non ho mai rifiutato di parlare con i ragazzi se non hanno comprato i libri. Faccio continuamente incontri con le scuole e non chiedo mai se hanno comprato i miei libri».
Molte famiglie - quasi la metà della classe - in realtà avevano perfino comprato quel libro per preparare i loro ragazzi all’incontro, ma lo avevano fatto autonomamente invece di acquistarlo in gruppo attraverso il misterioso “organizzatore” dell’appuntamento con la scrittrice che si sarebbe dovuto svolgere sulla piattaforma Zoom. Risultato, quando i docenti hanno chiesto una manciata di copie invece delle oltre venti preventivate, gli organizzatori (un’agenzia? un libraio? dallo Stefanini di rifiutano di parlare) si sono tirati indietro facendo saltare l’appuntamento che era già atteso dagli studenti dell’indirizzo linguistico. La vicenda è così rimbalzata su Facebook, mentre dal liceo evitano di fornire spiegazioni definendola “una polemica assurda su una vicenda in cui la scuola non c’entra nulla”.
Di fatto, però, la scuola si era esposta e, soprattutto, era stato fatto il nome della scrittrice, poetessa e saggista toscana che, evidentemente, non ha bisogno di prestarsi a simili organizzazioni per vendere le sue opere. «Non so niente di questa scuola.
Il Gazzettino