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PORDENONE - La multinazionale giapponese Nidec punta nuovamente su Pordenone. E dopo la creazione, due anni fa, del quartier generale europeo della Nidec Global Appliance (il colosso mondiale nato con l'acquisizione del gigante Embraco di Riva di Chieri, Torino) ora le ricadute positive di quell'operazione si fanno sentire anche sul territorio. Inoltre, la società pensa di installare una delle nuove linee robotizzate che sta studiando proprio nello stabilimento della ex Sole in Comina. Che già l'anno scorso - all'interno di un piano di ristrutturazione che procede - ha visto la prima linea automatizzata per la produzione di motori di elettrodomestici di ultima generazione. «Senza quell'importante piano di investimenti il sito produttivo della Comina - spiega Valter Taranzano, presidente del colosso mondiale Nidec Global Applianc - non sarebbe sopravvissuto. Ora stiamo valutando possibili nuovi investimenti su un secondo impianto di ultima generazione».
CERVELLO EUROPEO
«Due anni fa mi piaceva l'idea - racconta ancora il presidente della società mondiali di motori e compressori - che il gruppo potesse avere uno dei suoi due quartieri generali a Pordenone, l'altro è in Brasile per il mercato Usa. Io vivo qui, ma la scelta era dettata anche da ragione storiche e affettive.
ANNO DI BOOM
Intanto, la divisione mondiale ha chiuso il 2020 con circa 2,2 miliardi di fatturato. E per il 2021 è prevista una crescita del 10 per cento. «Dopo la prima parte dell'anno scorso - va avanti Taranzano - in cui il lockdown ci ha fatto registrare un calo nel fatturato del 25%, ricalibrato con tagli dei costi fissi, la domanda nel mondo dell'elettrodomestico è ripartita alla grande. E sta ancora tirando molto, tanto che non riusciamo a soddisfare la richiesta dei nostri clienti produttori». Quanto sta incidendo la difficoltà con le materie prime? «Il problema del prezzo è gestibile. La carenza - spiega il Ceo - di semilavorati e componenti, di container e i ritardi delle navi cinesi invece è un grave problema per tutti. Credo che non ce la caveremo presto, il problema proseguirà per tutto il 2022 e forse oltre. La Cina non deve più essere la fabbrica del mondo. Le catene della fornitura di componenti devono essere diversificate in più poli nel mondo: devi avere almeno due siti globali per poter fornire i diversi mercati, in modo che se uno si ferma c'è l'altro. Anche per questo noi abbiamo ri-comprato uno stabilimento (era della vecchia Acc, ndr) in Austria raddoppiando la produzione di compressori per il mercato europeo. Così varrà anche per i nostri fornitori: o hai una catena diversificata o non sei strategico. E questo noi l'avevamo capito prima della crisi delle materie prime».
Il colosso guidato da Valter Taranzano conta 16 stabilimenti, 15 mila addetti in 9 Paesi del mondo. Nove centri di ricerca e sviluppo con 600 ingegneri. Il fatturato è di oltre 2,2 miliardi di dollari. La produzione annua di 70 milioni di pezzi (motori e compressori per elettrodomestici e apparecchiature professionali e commerciali): dalla fabbriche Nidec Ga escono due componenti ogni secondo.
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Il Gazzettino