Si paga il funerale e si uccide. Il sindaco: «Lo hanno lapidato, social macchine infernali»

La piazza di San Pietro dove erano cominciati i guai per Nicola Mina
COMELICO SUPERIORE - «Un momento di grande sconforto per tutti che abbiamo vissuto rispettando la riservatezza della famiglia». Il sindaco di Comelico...

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COMELICO SUPERIORE - «Un momento di grande sconforto per tutti che abbiamo vissuto rispettando la riservatezza della famiglia». Il sindaco di Comelico Superiore, Marco Staunovo Polacco, commenta così la tragica fine di Nicola Mina, 28 anni, che non ha retto al processo che lo attendeva per l’aggressione ad un venditore ambulante e per l’odio social che ne era seguito. Un peso troppo grande da sopportare che l’ha portato a compiere l’estremo gesto dopo aver persino pianificato il proprio funerale.

Nicola, 28 anni, si paga il funerale e si uccide alla vigilia del processo. «Andava aiutato»


Ieri il giovane avrebbe dovuto presentarsi in tribunale per rispondere dei reati di tentato omicidio, aggravato dall’odio razziale, per aver ferito con un coltellino un venditore ambulante senegalese. Una lite scoppiata l’8 agosto scorso, in piazza a San Pietro che gli era costata anche l’arresto. Sull’episodio si era scatenata anche l’aggressione mediatica, come ha riferito il suo difensore Danilo Riponti condannando fermamente una pratica barbara.
«Se le persone avessero cercato di capire un po’ di più dell’uomo - ha detto Riponti - anziché lapidarlo forse lo avrebbero aiutato a superare questo momento difficile». Ma così, purtroppo, non è andata e anche il sindaco Staunovo Polacco condanna senza se e senza ma quel mondo social dove in troppi sentono il dovere di sfogare le loro emozioni a briglie sciolte.
«I social - afferma il primo cittadino, preoccupato anche nella sua veste di padre - sono ricettacoli di cattiveria e spesso di bugie, un luogo dove le cose vengono ingigantite. Sono macchine infernali dentro alle quali rischi di essere triturato. Altro che bannare Trump, io dico che certi canali andrebbero proprio spenti. Queste non sono “comunità”. Credo che il tema dei social debba essere affrontato seriamente. Come padre sono preoccupato anche per i miei figli».


E probabilmente Nicola è stato vittima anche di questo mondo feroce. Spesso inviata al suo legale le cattiverie che gli venivano rivolte chiedendo il perché di tanta ferocia.


«Quanto accaduto a Nicola - aveva aggiunto ieri Riponti - sia di monito». Una posizione che il sindaco condivide appieno. «Quanto accaduto - afferma Staunovo Polacco - ha lasciato una ferita profonda in tutti noi, anche perché siamo di fronte ad una famiglia a posto. Ci vorrà tempo per ricucire. Su questo argomento non posso aggiungere altro perché è giusto rispettare la scelta di riservatezza fatta dalla famiglia». Poche parole anche dal parroco di Candide, don Luigi Del Favero che si limita a ricordare come la famiglia sia stata vicina a Nicola.
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Il Gazzettino