Un “maxi-defibrillatore” con una scarica da 12 milioni di euro dalla Regione per salvare il malato-Nevegal. Una metafora utilizzata ieri dal consigliere regionale...
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FALLIMENTO DI MERCATO
A fare gli onori di casa ieri sera la presidente dell’associazione Amici del Nevegal, Tiziana Caldart. «Se sono qui oggi - ha detto il consigliere regionale Gidoni - è per Tiziana: a lei e a suo padre Bepi, scomparso, riconosco la grande passione per il Nevegal. È un piccolo tributo per Bepi». «Il Nevegal - ha spiegato il consigliere regionale - è un caso di fallimento di mercato: è una situazione in cui quello che si genera economicamente, non paga l’investimento. E questo è evidente a tutti. Con l’evoluzione della tecnologia, il fatturato che genera la stazione è in grado di pagare solo la gestione, ma non l’ammortamento».
LA LEGGE
«Per quest’anno - ha proseguito Gidoni - ci è stato chiesto un aiuto per avviare la stagione, cosa che la Regione ha fatto, puntualmente. Sono state chieste garanzie per 70mila euro, che abbiamo dato. Ma non abbiamo ancora abbandonato il futuro. Già all’indomani dell’elaborazione del bilancio regionale, avvenuta alla fine di novembre, con gli uffici, abbiamo messo in piedi e stilato un progetto di legge per il Nevegal. Il 5 dicembre c’era già la bozza, ma prima della presentazione ha avuto bisogno di alcuni accorgimenti: ora possiamo dire che è pronta e verrà depositata dopo l’Epifania». Il progetto prevede un bando per i privati: si punta a ingolosire gli imprenditori della parte alta della provincia, in modo da inserire il Nevegal in Dolomiti Super Ski. La Regione mette sul piatto 12 milioni di euro (in parte a fondo perduto) e il privato si impegnerà per il rilancio del Nevegal. Dovrà passare per una cabinovia dal piazzale alle Erte, il lago e gli impianti di innevamento.
IL MECCANISMO
«L’Europa in alcuni aspetti è “matrigna”- ha proseguito Gidoni - ci impedisce di intervenire direttamente a sostengo di una attività economica, sarebbero aiuti illeciti di Stato. Abbiamo dovuto studiare un meccanismo, che è quello che adotta lo Stato in alcuni settori quando si trova di fronte a fallimenti di mercato. Abbiamo guardato a come lo Stato ha trattato il problema della fibra ottica in Italia, che portata in alcune zone sarebbe un fallimento di mercato. Qui siamo lo stesso nella stessa fattispecie. Il meccanismo sarà una specie di fondo di rotazione: una parte a fondo perduto e una parte con restituzione molto lunga». Il progetto dovrà pi passare per la commissione e essere approvato dal consiglio regionale. «Servono 27 voti - ha detto Gidoni - non è facile, ma abbiamo la fortuna di avere qualche consigliere trevigiano e veneziano che ha imparato a sciare sul Nevegal e del Colle conserva un ottimo ricordo. Abbiamo già una piccola sponda. Insomma sotto la cenere comunque c’è il fuoco e a noi spetta solo soffiarci sopra, e spero che l’amministrazione condivida un percorso di questo tipo». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino