«La valanga è una brutta bestia», ma prima di avventurarsi in quota, nello scialpinismo, «va sempre valutata la storia del manto nevoso che ha una...
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Il 2015, ricorda il ricercatore, è stato l'anno più caldo di sempre e l'autunno ha evidenziato una spinta inversione termica con temperature molto alte, vicine cioè allo zero e mai negative, nelle sommità dell'arco alpino.
«L'evento in sè è di tipo meteorologico - osserva il climatologo Cnr Sandro Fuzzi - ma sappiamo che le temperature attuali sono piuttosto alte per il periodo, e che il riscaldamento del clima ha fatto diminuire del 40% negli ultimi 30 anni i ghiacciai alpini italiani».
Un fattore di peggioramento delle condizioni meteo locali odierne può essere il Fohn, vento con massa d'aria calda proveniente da Nord. C'è poi un Bollettino delle valanghe, con rischi da 0 a 5, e bisogna capire se è stato preso in considerazione quanto segnalato localmente.
«A inizio marzo - osserva Verza - siamo un pò agli inizi di stagione per lo scialpinismo, il manto nevoso è meno stabile. Bisogna capire come questo gruppo di sciatori era condotto; purtroppo di solito i gruppi, se non ben guidati, sono meno prudenti. L'ideale è pensare sempre che sei tu e la montagna. Chi sale ha tempo di valutare la neve che fa dei suoni quando non è stabile, evidenziando anche piccoli smottamenti. Vanno poi evitate le conche, che semmai vanno attraversate - consiglia l'esperto - uno per volta, proprio per limitare i rischi. Chi viene travolto da una valanga - precisa il ricercatore Everest K2 Cnr - può morire per annegamento perchè respira la neve che sciogliendosi riempie d'acqua i polmoni. Se la neve è pesante il danno è meccanico e si può morire per schiacciamento. Altra causa di morte è l'ipotermia, ma una bolla d'aria può far sopravvivere anche per un giorno, per questo i soccorritori cercano fino all'ultimo». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino