Salve le due neurologie, ma per urgenze a turno: un paziente con ictus potrà fare anche dal Comelico a Feltre

Nurologie salve, ma urgenze a turno
BELLUNO - L’Ulss n.1 Dolomiti “salva” le neurologie di Belluno e Feltre dopo il rischio chiusura per carenza di specialisti. Ieri ha debuttato, in via...

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BELLUNO - L’Ulss n.1 Dolomiti “salva” le neurologie di Belluno e Feltre dopo il rischio chiusura per carenza di specialisti. Ieri ha debuttato, in via sperimentale, un nuovo modello organizzativo, che prevede una pronta, seppur unica, disponibilità aziendale del neurologo. Il paziente con codice ictus che proviene dal territorio e che dovesse necessitare di un trattamento trombolitico la notte e/o in giornata festiva sarà centralizzato, dal Suem 118, nel presidio dove sarà fisicamente di pronta disponibilità il medico neurologo. In questo modo, in breve, si garantisce la figura professionale, risparmiando sul turno notturno o festivo. E in sostanza si traduce in un eventuale percorso lungo un centinaio di chilometri per un ipotetico caso di Cortina d’Ampezzo o Padola, in Comelico, da trasferire al nosocomio di Santa Maria del Prato, a Feltre. Tradotto in unità orarie: un viaggio di circa due ore e mezza, in condizioni di traffico normali. 


I SERVIZI CONTINUANO
La nuova formula, ritenuta l’unica in grado di tenere in piedi i punti di entrambi gli ospedali, riguarda sia il ricovero che il servizio ambulatoriale. Quest’ultime attività, in particolare i trattamenti per i pazienti con sclerosi multipla e le prestazioni con priorità brevi, continueranno ad essere garantite in entrambi i presidi di Belluno e Feltre, così come le attività di ricovero. Sono state sviluppate, infatti, delle reti e dei protocolli tra operatori e specialisti degli ambiti di emergenza, urgenza ed internistica, per individuare il setting di cura più appropriato per il ricovero del paziente in base alle sue caratteristiche. Attualmente, nell’azienda sociosanitaria dolomitica, sono in servizio sette medici neurologi, di cui due direttori Unità operativa complessa, tre a Belluno e quattro a Feltre, dove opera anche un libero professionista.

«MOLTI TENTATIVI»
«In queste settimane – assicurano dall’Ulss – si sono susseguite diverse azioni a tutto campo per individuare nuovi professionisti e trovare strategie organizzative per garantire, come fatto, le attività di entrambe le neurologie». In particolare, il 18 maggio scade un ulteriore bando di concorso per medici neurologi, che sarà espletato nel più breve tempo possibile. «Si auspica – aggiunge l’azienda – possa portare nuovi professionisti». Sono inoltre state attivate altre modalità di reperimento delle risorse umane con bandi sempre aperti a tempo determinato e per contratti in libera professione. A questi percorsi per reperire medici si aggiunge la serie di convenzioni operative con altre aziende, in particolare sono in corso accordi con l’Ulss Marca Trevigiana per aumentare il numero di turni in convenzione disponibili per il presidio di Belluno. 

ASSEMBLEA DEI CITTADINI
Nel frattempo non si abbassa la guardia sul fronte sanitario visto e vissuto dai cittadini. Dopo la grande manifestazione regionale di Vicenza dello scorso 15 aprile, si sta preparando un momento di riflessione e di organizzazione sulle prossime iniziative anche nella provincia di Belluno. La rete provinciale “Giù le mani dalla sanità bellunese” propone per sabato 13 maggio, alle 15.30, all’ex Casa rossa – Parco comunale di Ponte nelle Alpi, un’assemblea generale aperta a tutti i cittadini, comitati, sindacati, amministrazioni pubbliche, associazioni, mondo del lavoro e delle professioni sanitarie per rilanciare la sanità pubblica, mettendo al centro la salute e il benessere delle persone. 

«SIAMO IN SOFFERENZA»

«Come tutto il territorio nazionale, la nostra provincia soffre ancor di più della carenza di servizi e di personale, medici, infermieri, che compromette l’efficacia e, a volte, la mancanza di cure – afferma la rete –. Tutti viviamo questa situazione ed è per questo che ci dobbiamo unire e lottare insieme: malati, personale sanitario, amministrazioni locali, associazioni, lavoratori».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino