Ex deputato Arturo Scotto aggredito dai neofascisti a Venezia

Ex deputato Arturo Scotto aggredito dai neofascisti a Venezia
VENEZIA - Un gruppetto di otto-dieci giovani neofascisti aggrediscono un ex deputato a Venezia. Succede nella notte di Capodanno, in piazza San Marco. Vittima dell'aggressione...

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VENEZIA - Un gruppetto di otto-dieci giovani neofascisti aggrediscono un ex deputato a Venezia. Succede nella notte di Capodanno, in piazza San Marco. Vittima dell'aggressione l'ex deputato di "Articolo Uno" Arturo Scotto, 42 anni, originario di Torre del Grecooggi esponente di Liberi e uguali (Leu) che si trovava in città con la moglie e il figlio per salutare il nuovo anno. Una denuncia è stata presentata dallo stesos Scotto stamani ai Carabinieri. Il deputato ha raccontato che il gruppetto ha pestato anche un ragazzo veneziano di 20 anni intervenuto per difenderlo. Accertamenti sono in corso da parte della Polizia locale e delle forze dell'ordine che ieri sera presidiavano la piazza. 


IL RACCONTO DI SCOTTO
«Venezia è una città accogliente e bellissima - ha detto l'ex parlamentare alla Rai di Venezia - purtroppo ci sono alcuni gruppetti che la sera del 31 dicembre hanno cercato di guastare la festa urlando "Duce Duce" e "Anna Frank l'abbiamo messa nel forno". Appena li ho visti -  ha aggiunto Scotto - ho loro detto di smetterla. Per tutta risposta mi hanno sferrato un cazzotto e poi altre tre. Ad un certo punto si sono nascosti il volto per non farsi identificare e sono scappati come dei vigliacchi. Ho presentato una denuncia molto dettagliata, non penso sarà difficile identificarli, grazie anche alle telecamere». Scotto ha anche ammonito: «Smettiamola di pensare che si tratti di ragazzate - ha detto - Anche il regime fascista è nato così»​.


URLAVANO "ANNA FRANK SEI FINITA NEL FORNO E DUCE DUCE"
A raccontare la vicenda, sulla propria pagina Facebook, è stata per prima la moglie del politico, Elsa Bertholet a San Marco insieme al marito: «Un gruppo dietro di me - scrive - canta "Anna Frank sei finita nel forno", mi giro: "Ragazzi basta!", si mettono a urlare: "Duce, duce" con mano alzata, si gira mio marito che prima non le aveva sentito cantare ... e boum si prende botte in faccia da vari lati, poi si mette di mezzo un ragazzo per aiutarci e lo picchiano pure lui, visibilmente abituati al fatto, poi fuggono come dei vigliacchi che sono». 


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Il Gazzettino