A caccia nel bosco con carabina a visore notturno: denunciati due bracconieri

A caccia nel bosco con carabine a visore notturno: denunciati due bracconieri
POSSAGNO - Sono stati sorpresi in un bosco di Possagno mentre erano appostati in auto, con una carabina carica e dotata di visore notturna, in attesa di cacciare di frodo della...

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POSSAGNO - Sono stati sorpresi in un bosco di Possagno mentre erano appostati in auto, con una carabina carica e dotata di visore notturna, in attesa di cacciare di frodo della selvaggina. Per questo motivo due bracconieri della zona di Fonte sono stati denunciati alla Procura di Treviso per caccia in periodo di divieto generale e per averlo fatto con mezzi non consentiti, tanto che sono poi stati loro sequestrati l’arma da fuoco insieme ad altra attrezzatura per il bracconaggio.

L’operazione è avvenuta nelle scorse settimane, durante la notte, ad opera della Polizia Provinciale dedita proprio in una operazione anti-bracconieri. Nell’occasione la Polizia conosceva con precisione il luogo dell'appostamento perché da tempo aveva ricevuto alcune segnalazioni di colpi d'arma da fuoco uditi nelle ore notturne. Per questo, dopo un'attenta osservazione della zona, gli agenti hanno individuato i punti di transito della fauna selvatica che portavano ad un’area di pasturazione utilizzato solitamente dai cacciatori per rallentare il passaggio degli animali alla ricerca di cibo. Nel corso dell'operazione contro l'attività venatoria illegale, gli agenti sono quindi riusciti a identificare i due bracconieri che, dall'interno di un autoveicolo, stavano controllando il bosco illuminandolo con una torcia per ricercare la selvaggina.

«Le attività della Polizia Provinciale vengono portate avanti con ammirevole dedizione, soprattutto considerando che i controlli avvengono prevalentemente di notte, in orari molto impegnativi – sottolinea il presidente della Provincia di Treviso, Stefano Marcon, subito informato dell’accaduto insieme al Segretario generale della Provincia, Maria Teresa Miori – Ricordiamo, infatti, come qualche mese fa rano stati fermati tre trasgressori tra Fregona e Codognè, due per l'abbattimento di un cervo e uno per gestione di un impianto abusivo di cattura per l'avifauna».

«L'importanza di queste operazioni – conclude Marcon – non si limita solo alla necessità di fermare chi va contro la legge. Uno degli aspetti determinanti, infatti, riguarda l'ambito sanitario perché gli esemplari di fauna selvatica prelevati abusivamente, soprattutto i cinghiali, non transitano per i controlli medici previsti dalla normativa. Alla luce dell'emergenza in corso per i casi di peste suina africana in alcune regioni d'Italia, come Liguria, Piemonte e Lazio, il contrasto al bracconaggio diventa ancor di più una prerogativa per garantire a tutta la cittadinanza maggiore sicurezza».

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Il Gazzettino