ROVIGO - Rovigo imita Napoli. Il Polesine copia la tradizione partenopea del «caffè sospeso» per assicurare una colazione dignitosa ai più poveri, anche...
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Duecento caffè o brioche pagati non è certo un numero esorbitante. Ma contando che si tratta di una tradizione pressoché sconosciuta fuori Napoli e che si è partiti solo da un mese, la Caritas polesana si dice ottimista. «Stiamo valutando - spiega la portavoce Luisa Pietropoli - di proseguire questa iniziativa anche ora che le feste sono finite». Il suggerimento dei baristi interessati, però, è quello di pubblicizzare di più il progetto. Ilaria Lionello del bar Hilary, ad esempio, spiega che «ci sono state persone interessate, ma sono convinta che con un po’ pubblicità in più ci potrebbero essere risultati migliori per questa bella iniziativa». Ma che cos'è un «caffè sospeso»? Gli avventori dei bar pagano un caffè in più, oltre a quello da loro effettivamente consumato, a beneficio di uno sconosciuto.
Chiunque non potesse permettersi il lusso di una consumazione, ha così l'opportunità di entrare nel bar e approfittare della tazzina offerta. «Ci è sempre piaciuta l'idea che Rovigo potesse dimostrarsi solidale - spiegano dalla Caritas - rendendo alla portata di tutti un rito così semplice e diretto che non tutti possono però permettersi e che marca la differenza tra chi ha e chi non ha nulla. In collaborazione con Confcommercio abbiamo pensato di invitare i rodigini a fare propria questa tradizione partenopea. Fino al giorno di Natale è stato possibile pagare una consumazione in più in alcuni bar. In seguito le persone che accedono ai nostri servizi hanno potuto consumare ciò che è stato generosamente lasciato per loro in sospeso».
Dieci, come detto, i locali del centro che aderiscono all'iniziativa. «La nostra speranza è che dopo questa prima fase di sperimentazione - chiude Pietropoli - si crei nei bar e nei loro clienti affezionati l'abitudine a lasciare una consumazione già pagata per chi è meno fortunato» Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino