Venezia. L'antiquario chiude dopo 120 anni: «Mi ritiro e vado a fare il contadino in Brasile»

VENEZIA L'attività dell'antiquario che sta per chiudere bottega dopo 120 anni
VENEZIA - “Svendo per fine attività. Grandi sconti”. È affidata a queste poche parole, che campeggiano a caratteri cubitali sulla vetrina della...

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VENEZIA - “Svendo per fine attività. Grandi sconti”. È affidata a queste poche parole, che campeggiano a caratteri cubitali sulla vetrina della bottega, la chiusura dello storico negozio d’antiquariato e di restauro di mobili e cornici Mazzon, in calle del Tragheto, ad una manciata di passi da campo San Barnaba, a Dorsoduro. La serranda verrà abbassata definitivamente a fine anno, dopo una storia lunga 120 anni e portata avanti da ben 4 generazioni. «Tutto è partito dal mio bisnonno – racconta Augusto Mazzon, veneziano di 63 anni, titolare di un’attività che ha iniziato a gestire personalmente dal 2003, ma nella quale ha bazzicato fin da bambino –. La mia famiglia ha sempre abitato in zona. Questo è un lavoro duro». Il nonno e il padre erano copisti dello stile veneziano del Settecento, il che significa che all’interno del negozio una volta si potevano trovare cornici, mensole, testiere del letto, specchiere e tanto altro ancora legati a quel determinato stile. Poi, intorno al 1980, sono cambiate le tendenze, i gusti e le richieste della clientela, tanto che Augusto ha scelto di orientarsi più sul restauro. Venezia si prepara dunque a perdere un altro pezzo della sua storia, fatta di quel sapere artigiano sempre più difficile da portare avanti nel contesto lagunare. 


I TEMPI CAMBIANO


«Sono giunto a questa conclusione per un motivo semplice: i guadagni non sono affatto elevati e le spese che devo sostenere per mantenere in piedi l’attività sono enormi. Sono stanco di stare qui, non ce la faccio più». Al di là del canone di locazione di 1.050 euro al mese («la mia famiglia è sempre stata in affitto»), si aggiungono altre migliaia di euro tra Inps, Inail, utenze varie e servizio di guardiania notturna. «Ho investito tantissimo, economicamente parlando, in quest’attività. Ma adesso sento il bisogno di cambiare vita», riferisce Augusto, che auspica di riuscire a trasferirsi un giorno in Brasile e di diventare un contadino. Chi la bottega l’ha conosciuta nel corso di questi lunghi anni, è dispiaciuto per il destino a cui sta per andare incontro e non lo nasconde, anche attraverso un semplice commento sui social. «Il tipo di clientela è assai variegato. Non si tratta tanto di averla vista cambiare nel tempo, quanto piuttosto di constatarne una diminuzione. Normalmente – racconta Augusto – lavoro con i veneziani, con gli italiani e anche con gli stranieri; persone con una seconda casa in città, ma non solo. Poi è chiaro, in bottega una volta entravano soltanto i residenti, ma via via sono diminuiti, a fronte di un turismo sempre più consistente». Qualcuno che voleva rilevare l’attività c’è anche stato, ma c’è una problematica di fondo, connessa alla condizione attuale del locale, che al momento non ha permesso di concretizzare la cosa. «In bottega, in passato, ho avuto anche pezzi rari, ma ormai l’articolo è sceso. I giovani non sono interessati e così il mercato si è dilaniato». In questi giorni gli sconti proposti arrivano anche al 40% e ciò che non verrà venduto lo rileverà, per qualche centinaia di euro, una persona che si è detta interessata.
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Il Gazzettino