'Ndrangheta in Trentino, otto condannati dalla Corte d'Assise. Pene per un totale di 76 anni di carcere

Condanne per mafia
TRENTO - La corte d'assise di Trento ha condannato a vario titolo, per un totale di 76 anni complessivi di carcere, a fronte degli 88 anni chiesti dalla Procura della...

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TRENTO - La corte d'assise di Trento ha condannato a vario titolo, per un totale di 76 anni complessivi di carcere, a fronte degli 88 anni chiesti dalla Procura della Repubblica, gli otto gli imputati del filone principale del processo scaturito dall'indagine «Perfido», sulle infiltrazioni della 'ndrangheta nel settore del porfido in Trentino. La corte, con sentenza emessa nel pomeriggio di oggi, 27 luglio, ha riconosciuto cinque degli imputati colpevoli del reato di associazione di tipo mafioso, mentre due sono stati dichiarati colpevoli di concorso esterno. Inoltre, tre dei cinque condannati per associazione di tipo mafioso e uno di quelli condannati per concorso esterno sono stati riconosciuti colpevoli anche del reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.

In particolare, per il reato di associazione di tipo mafioso - quale propaggine locale delle cosche calabresi di Cardeto, Bagaladi, Melito Porto Salvo e Reggio Calabria - Domenico Ambrogio è stato condannato a otto anni di reclusione, Mario Giuseppe Nania a 11 anni e 8 mesi, Giuseppe Battaglia a 12 anni, Pietro Battaglia a 9 anni e 8 mesi, Demetrio Constantino a 10 anni e Antonino Quattrone a 8 anni e 8 mesi. Per il reato di concorso esterno, sono stati condannati Giovanna Casagranda a 9 anni e 4 mesi e Federico Cipolloni a 6 mesi e 8 anni. Nania, Pietro Battaglia, Giuseppe Battaglia e Casagranda sono stati condannati anche per sfruttamento del lavoro.

La corte ha inoltre condannato in solido gli imputati al risarcimento dei danni in favore delle parti civili. Alla Provincia di Trento, sono stati riconosciuti 100.000 euro, 200.000 euro al Comune di Lona Lases, e 30.000 euro a ciascuna per Libera, Filca Cisl, Fillea Cgil del Trentino. Alla Presidenza del Consiglio dei ministri, al Ministero della difesa, al Ministero dell'interno e ad Arci del Trentino sono riconosciute le spese di costituzione, mentre, in considerazione del momento in cui è stata effettuata la costituzione a parte civile, la corte ha stabilito che il riconoscimento dei danni è da liquidarsi in separato giudizio, mentre è stata rigettata la richiesta della società editrice Altrotrentino.

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Il Gazzettino